sabato 20 novembre 2010

Aspettando la notte dei lunghi coltelli.



Com’è, ormai, per consolidata consuetudine, al manifesto delle opposizioni, ha fatto seguito quello di risposta del signor Sindaco.
Il tenore letterale sa tanto di piagnisteo. L’autore, che non è certo il firmatario, in quanto questo è temporaneamente all’estero, ha cercato pateticamente di giustificare il disastroso operato dell’amministrazione comunale.
Ha tirato in ballo un debito fuori bilancio, i minori trasferimenti dal governo regionale; e, dulcis in fundo, la precaria situazione dei lavoratori cosiddetti “ex-articolisti”.
Ha cercato maldestramente di fare apparire Ernesto Alfonso come San Sebastiano martire, legato ad un albero, con il corpo trafitto dalle frecce dei malvagi.
Dovrebbe invece il signor Sindaco, o chi per lui, imparare la buona creanza istituzionale. Quando si vuole polemizzare con gli avversari politici, lo si deve fare a proprie spese e senza utilizzare il logo del Comune.
Occorre non confondere le comunicazioni che l’Ente è tenuto a fare alla città, dalla polemica politica ove il signor sindaco è chiamato a rispondere non in veste istituzionale, ma quale massima espressione del suo partito (PDL) e, in quanto tale, rappresentante della maggioranza che lo sostiene.
Abbia quindi la compiacenza, per le prossime volte, di rispondere utilizzando il simbolo del suo riverito (sic!) partito, cosi come giustamente viene fatto dagli altri soggetti politici.
Oggi i nodi stanno venendo al pettine e il signor Sindaco si sente perduto. Il tempo non gioca a suo favore, anzi ne mette impietosamente a nudo tutte le mancanze, le mistificazioni, i limiti e le incapacità. E più passano i giorni, più Ernesto Alfonso sente sfuggirgli di mano il radioso avvenire politico che per sé aveva prefigurato. Ma il meglio deve ancora venire. Sembra che nella finanziaria regionale, approvata dalla Giunta, sia previsto un drastico ridimensionamento del numero degli assessori. I nostri da sette passerebbero a quattro.
Ecco allora il dilemma shakespeariano: chi fare fuori?
Una sorta di roulette russa che coinvolgerà tre malcapitati amministratori, i quali esautorati, dovranno tornare nell’anonimato da cui provengono.
Come si comporterà Ernesto Alfonso? Non certo potrà mettere fuori i nuovi arrivati. Sarebbe una vera indecenza, gente che ha lasciato il posto sicuro di consigliere comunale, non può sic et simpliciter essere messa alla porta. Pensiamo che toccherà a quelli della prima ora. I quali avendo goduto per due anni e mezzo, è giusto che si facciano da parte.
Un altro cambiamento in vista riguarda l’assessore alle finanze, a seguito di un normale avvicendamento previsto nei confusi accordi politici a suo tempo sottoscritti.
Ricapitolando tre devono andare via ed uno subentrerà al citato assessore che tornerà a fare il consigliere comunale, verosimilmente non proprio di maggioranza.
Quanti problemi per il povero Ernesto Alfonso, sarebbe giusto che i partiti d’opposizione lo lasciassero tranquillo, a meditare le soluzioni.
E invece, noi cattivi ed imperterriti lo importuniamo con il nostro fastidioso dire o scrivere. Il buonuomo non dorme la notte per cercare il bene comune e pertanto va lasciato in pace. Questo sembra scorgersi tra le righe del manifesto, che qualche zelante adepto ha in sua vece, nome e conto, redatto e fatto stampare.
Il manifesto finisce, dicendo: che quando tornerà il Sindaco replicherà punto per punto. Come se i componenti dei partiti d’opposizione fossero degli scolaretti, che approfittando della momentanea assenza del maestro si siano comportati male. Ecco allora il monito del primo della classe, il preferito dal maestro, che arriva puntuale ad intimare una resa dei conti: essa avverrà quando il gatto sarà tornato e i topi birichini saranno
messi in castigo.
                                                                                Rasputin

giovedì 18 novembre 2010

L’ERNESTO ALFONSO (QUASI) DISSESTATO.



Qualche giorno di meritato riposo è dovuto: così il nostro signor Sindaco è volato a Bruxelles. E mentre i cittadini sono alle prese con gli accertamenti della TARSU, egli se la spassa all’estero.
In missione forse ufficiale, si dice. Si dice pure che non è solo, essendo accompagnato da alcuni amministratori e forse da qualche consigliere comunale.
Sembra che faccia parte della comitiva anche l’assessore disastro, il quale dopo averci dato, per televisione, lezioni di diritto tributario, ha ritenuto di fare sfoggio di tale sua meravigliosa scienza anche all’estero.
Il tour ufficiale della nostra delegazione prevede una tappa nella capitale belga e un’altra in Svizzera: forse per fare un carico di gustosa cioccolata, da distribuire alla cittadinanza al fine di alleviare le tante amarezze causate in questi ultimi anni di malgoverno della città.
Così mentre belgi e svizzeri attendono a braccia aperte la nostra gloriosa delegazione, noi randazzesi non abbiamo ancora compreso se il dissesto delle finanze comunali c’è, oppure no! Sì perché gli articoli apparsi sulla stampa locale riportano un giorno dichiarazioni di Ernestro Alfonso apocalittiche e, al contrario qualche tempo dopo, bonarie rassicurazioni.
Forse, ai nostri bravi amministratori, non interessa nulla del pasticcio perpetrato a danno dei cittadini con l’invio di una quantità mostruosa d’avvisi d’accertamento: la maggior parte con somme da capogiro. Bisogna ringraziare Iddio che noi randazzesi siamo di tempra buona, perché diversamente qualcuno sarebbe potuto restarci secco.
E’ necessario però ammettere che i nostri amministratori sono bravi a minimizzare, li abbiamo visti e sentiti in televisione dire: che tutto sommato si tratta di cifre irrisorie, che è meglio pagare e così via dicendo. Qualche amministratore non avendo argomentazioni convincenti si è rifugiato nel più patetico e stupido luogo comune “pagare tutti per pagare meno”. Sostenendo, nel seguito del suo pseudo ragionamento, che se non si fosse compiuta un azione di recupero così disordinata e imprecisa, sparando nel mucchio, la tarsu sarebbe stata aumentata a dismisura. Ci sia consentito nutrire parecchie perplessità. A nostro avviso si sarebbe potuto fare un lavoro più preciso accertando le superfici reali e convocando uno per uno i cittadini per chiedere spiegazioni sulla differenza di superficie rilevata. Avrebbero magari perduto il 2005, ma così facendo, avrebbero sicuramente agito in maniera rispettosa e intelligente nei confronti dei cittadini. Questi, essendo persone per bene, avrebbero preso coscienza di eventuali discrepanze e nella stragrande maggioranza dei casi regolarizzato la loro posizione.
Così non è stato, forzando leggi e regolamenti, hanno inviato a circa 2500 cittadini avvisi d’accertamento a tutto spiano, salvo poi andare in televisione per convincerci della bontà della loro azione. Pietoso!
E la minoranza? In questa vicenda si è completamente smarrita. Qualche asino sapiente ha persino dichiarato, in consiglio comunale, che avrebbe invitato i cittadini a presentare solo istanze di autotutela. Ciò equivale a sostenere che si deve curare la broncopolmonite con i pannicelli caldi della nonna. Sappia il prode condottiero che l’unico giudice naturale precostituito per legge è la Commissione Tributaria Provinciale e che a nulla o poco serve l’istanza di autotutela.
In conclusione, considerato che tutto il fior fiore della classe (per nulla) dirigente si trova in questo momento all’estero, possiamo solo sperare che succeda un evento eccezionale, dal quale derivi la chiusura delle frontiere nazionali, in modo che i nostri amministratori restino al di là dei confini. Faranno certo, con la loro scienza e le loro riconosciute capacità, la fortuna di qualche altro comune. Ma noi randazzesi, che non siamo gente egoista glieli lasciamo volentieri, perché abbiamo già goduto abbastanza della loro opera.
                                                                                                      Rosso di sera.