domenica 14 agosto 2011

POVERI NOI!


Metti una serata ferragostana senza nulla di particolare: il solito inutile bazar in piazza Loreto, delle band che producono una musica rock inutilmente assordante, due paesani che si improvvisano presentatori, il vecchio musicista che si aggira con area da intenditore fra la gente, peraltro tutti conoscenti, spiegando che quando suonava lui…..; quella si che era musica!
Più in là, un bivacco dove si consumano carne di cavallo e salsiccia; e poi una specie di accampamento, costituito da due file di tende da campo, nelle quali si espongono, nel tentativo di venderli, capi di abbigliamento di fatturazione cinese. La solita giostra, la solita pista da autoscontro, la solita gente, sempre quella, perché di facce nuove se ne vedono ogni anno di meno. Questo il quadro desolante di una serata che si vorrebbe festiva, propinataci dal signor Sindaco Ernesto Alfonso e dalla sua  degna congrega.
Se poi volessimo affondare i colpi, basterebbe parlare della stupida e fumosa idea di festeggiare il 150° dell’unità d’Italia, trasformando la tradizionale festa di ferragosto in qualcosa di ibrido, costituito da un mixer di patriottismo, religione e  folclore.
I nostri amministratori anche quest’anno ci hanno propinato un programma di festeggiamenti veramente insignificante, nel quale stupidamente hanno tentato di mettere insieme tutto e di più, senza ottenere alcun risultato accettabile.
Sommariamente, prendiamo la commemorazione del 150° della proclamazione del Regno d’Italia. Oltre a una tavola rotonda scarsamente partecipata, gli organizzatori ci hanno propinato un cortometraggio del 1905 e un film “Viva l’Italia”, che senza nulla togliere al suo alto valore artistico, diviene una vera chiavica se proiettato in piazza Municipio in una sera di ferragosto. I Presenti, circa quindici persone,  non hanno resistito fino alla fine e alla chetichella si sono dileguati mentre scorreva la lunga pellicola. Il povero Rossellini si starà rivoltando nella tomba, causa la totale mancanza di rispetto da parte dei nostri ignoranti amministratori.
E poi le varie mostre, dove sempre gli stessi, espongono opere di una fatturazione artistica grezza, primitiva: saranno pure artisti locali, ma è giusto chiamare le cose con il loro nome.
Per chi attente la fatidica ultima sera, quella del quindici, bisogna che si rassegni, perché anche qui non vi è nulla di nuovo: un gruppo elemosinato dalla provincia regionale, che per la seconda o terza volta si presenta a Randazzo, neanche avessero affittato casa qui da noi. Tra l’altro un gruppo musicale che fece successo qualche anno fa, ma sul quale si sono ormai spente da tempo le luci della ribalta.
Meno male che c’è il glorioso corpo bandistico “Erasmo Marotta”, almeno quello rappresenta la tradizione musicale della nostra città, e l’immancabile concerto della vigilia è un appuntamento da non perdere. Unico vero evento di quest’estate randazzese; oh! pardon mi correggo, celebrazione del 150° dell’unità d’Italia.
Il corpo bandistico quest’anno ha anche rinnovato il repertorio, rendendo ancora più gradevole l’esibizione. Tra l’altro è da plauso l’incontro con un’altra realtà musicale randazzese interessante: il coro polifonico della basilica di Santa Maria. Insieme hanno messo su un ottimo spettacolo musicale.
Ai giovani consiglio comunque di aspettare quell’altra cazzatta stratosferica che è la notte bianca, "scimmiottamento" di quanto si svolge, con successo, in alcune grandi città. Da noi ci si prova sempre, anche se  manca l’intelligenza per mettere su qualcosa di decente. Comunque, per chi cerca tutte le occasioni per tirare a far tardi la notte, può anche andare bene.
Il Giaguaro di Tebe.
                                                                                         

martedì 9 agosto 2011

EVVIA LA VARA PATRIOTTICA!


Un fremito di ardito patriottismo si è impadronito della nostra classe politica. Il nostro signor Sindaco, forte del suo incommensurabile genio organizzativo, ha ritenuto di trasformare la tradizionale festa di ferragosto in una solenne celebrazione del centocinquantesimo dell’unità d’Italia.
Sembra che quest’anno la vara sarà addobbata di vessilli tricolore, San Michele Arcangelo sarà sostituito da Giuseppe Garibaldi, san Tommaso da Giuseppe Mazzini e in alto al posto delle tre figure tradizionali avremo: Vittorio Emanuele al centro, a desta Cavour e a sinistra Francesco Crispi, ed al culmine del fercolo, al posto della croce, sarà apposto lo stemma sabaudo.
Dietro alla vara il Sindaco, sfilerà ostentando un’appariscente coccarda tricolore all’occhiello della giacca, mentre il resto dei componenti della giunta dovrà essere abbigliato in divisa da bersagliere. Seguiranno i consiglieri comunali vestiti da garibaldini.
La banda eseguirà solo musiche patriottiche: dall’inno degli italiani alla canzone del Piave. Qualche prelato, tirerà fuori la medaglia al merito, guadagnata dal bisnonno nella grande guerra, e l’appunterà orgogliosamente sul petto.  
Ernesto Alfonso, lungo il tragitto, terrà per mano un bambino camuffato da piccola vedetta lombarda, tanto per ricordare i buoni sentimenti del De Amicis.
I cittadini festanti saranno chiamati a sventolare, lungo il percorso del fercolo divenuto patriottico,  bandiere e fazzoletti tricolore.
Da tutto questo si salverà, buon per lui, l’ex vice sindaco, defenestrato in questi giorni da Ernesto Alfonso.
Si dice che il Sindaco abbia cacciato il suo vice per scarso rendimento.  Questi non solo non era assiduo alle riunioni di Giunta, ma cosa più grave non apriva la posta da tanto tempo.
Ora, che non fosse sempre presente alle riunioni della Giunta Municipale può anche passare, ma che non aprisse la posta a lui indirizzata, è veramente insopportabile.
Per quanto le motivazioni addotte da Ernesto Alfonso ci sembrino assai evanescenti, possiamo dire che bel gli sta, al destinatario del provvedimento di espulsione. L’esperienza dovrebbe essere maestra di vita, ma per alcuni non è così. Difatti trattasi di un  personaggio politico che in passato fu trattato da Ernesto Alfonso nello stesso identico modo: licenziato in tronco adducendo futili motivazioni. Qui ci vorrebbe Sigismund Schlomo Freud per capire, e forse anche il sommo maestro non riuscirebbe a comprendere, i meccanismi che si muovono all’interno della testa di alcuni politici nostrani. Certi individui evidentemente non imparano mai, e poi si è sempre detto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, e così è.
Intanto Ernesto Alfonso, con un gesto di estrema magnanimità, ha comunicato a tutti i consiglieri comunali il siluramento del suo vice tramite sms. Alle volte di delicatezza e bon ton istituzionale si può anche morire.
Nell’ultimo consiglio comunale la minoranza ha dimostrato di essere autosufficiente e  con un gesto estremo di “masturbazione” politica, ha tenuto in vita un consiglio comunale nel quale ha occupato sia il ruolo della maggioranza, che quello suo naturale di opposizione.
Come si suole dire da sola ha cantato, suonato e ballato, visto che tutti i consiglieri di maggioranza erano assenti, impegnati nei loro affari, che evidentemente sono più importanti delle funzioni istituzionali che dovrebbero svolgere.
Basterebbe solo questo episodio a far capire in quali mani si trova la nostra città. Una combriccola di buoni a nulla, che ogni volta si fa in quattro per farsi eleggere e che, una volta raggiunto l’obiettivo,  si sollazza in un acquitrino melmoso, pieno di cialtroneria istituzionale.  Noi intanto attendiamo Ernesto Alfonso che marcerà dietro la vara, divenuta risorgimentale per l’occasione, e così il loro miserando provincialismo da due soldi sarà salvo.
                                                                         Rosso di Sera.