venerdì 29 luglio 2011

I NANI DELLA MONTAGNA.

Di questi tempi, in politica, vanno di moda i “responsabili”, che sono degli eletti pronti a gettare la maschera e a immolarsi per salvare il sedere del potente che riesce meglio a comprarli. Per  capirci, sono “responsabili” quelli che sono passati dalla parte del cavaliere Silvio, dopo l’abbandono dei finiani. Questi “salvatori della patria”, pur essendo stati eletti altrove, tradendo, si sacrificano per il bene comune (sic!), tra l’incomprensione generale: veri eroi del nostro tempo con tante macchie e tanti peccati.
Qualche pidocchio, ha anche la faccia tosta di giustificare il salto della quaglia con argomentazioni tanto stupide quanto puerili, ad esempio la mancanza di una politica chiara, sull’annosa e importante questione dell’agopuntura in Italia. 
Purtroppo anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo individui di questo tipo che si definiscono “responsabili”.   In altri termini, consiglieri comunali eletti nelle fila dell’opposizione, che sono pronti a leccare apertamente, perché di nascosto già lo facevano da tempo,  il deretano a Ernesto Alfonso.                                                          
Adesso sono pronti a gettare la maschera, ammesso che mai ne avessero avuta una, perché il  padrone ha bisogno di loro. Li vuole in maggioranza poiché i numeri in consiglio comunale incominciano a scarseggiare. Non vuole correre rischi Ernesto Alfonso e ha deciso di formalizzare la loro condizione di “lugati” : magari con una presenza in Giunta.
Preciso, che nei tempi antichi si usava il termine “lugato” per definire coloro che non erano più padroni di se stessi: era la condizione sociale peggiore, perché venivano affittati a un signorotto qualunque, il quale ne poteva disporre a proprio piacimento per tutta la durata del contratto.
 I cosiddetti “responsabili” sono gente venduta al miglior offerente: e allo stato attuale, quello che può offrire di più è Ernesto Alfonso.
 Sono dei vigliacchi proditori, perché hanno preso i voti di una parte e li portano in soccorso della parte avversa. E non vale il discorso sessantottino: i voti sono miei e ne faccio quello che voglio. A tal proposito è opportuno puntualizzare che per essere eletto, al cialtrone, non bastavano i voti suoi personali, ma è stato necessario mettere assieme una lista: ed è con la somma dei voti dei singoli candidati che sono scattati i consiglieri comunali.
Sono i voti dei compagni di lista che hanno consentito all’idiota che fa questo ragionamento di essere eletto. Se vogliamo essere più precisi, possiamo dire che quei posti in consiglio sono il portato dell’azione politico-elettorale di un’intera coalizione.
Il guaio è che questa gente non ha ideali, ma solo miseri interessi:  sono dei poveretti che carpiscono il consenso a parenti e amici per esercitare l’arte dei “lecca culo” al Sindaco di turno.
Vadano pure a svolgere la loro ignobile arte, si sostituiscano pure ai pezzi di maggioranza ormai ostili a Ernesto Alfonso, ma non ci vengano a dire che lo fanno per il bene della città. Noi ormai sappiamo che questa è gente ignorante e pidocchiosa, che dovrebbe essere bandita dalla vita politica cittadina. Sappiamo pure che è a causa di questa gente che il paese sta definitivamente morendo.
Alla fine non possiamo che dare un consiglio ai nostri “responsabili” locali: che facciano attenzione a leccare così intensamente, perché la lingua potrebbe restargli attaccata al lato B di qualcuno.
Rasputin

       


giovedì 28 luglio 2011

POETI NOSTRANI.

Riceviamo e pubblichiamo questa delicata lirica.

 IL MENESTRELLO.

Son cicino menestrello
di re Pino tanto bello.
Giù dai monti devo andare
e al mare fortuna trovare.
Il monarca e mio signore
è davvero un gran padrone;
un gran posto mi trovò e nell'ato mi piazzò.
Qui sto bene vi assicuro;
percepisco un buon compenso;
son contento e al mio signore sempre penso.
Nella mia città diletta il figliolo ci lasciai;
tanto bello e tanto buono come lui mai troverai;
Presidente lui divenne per la gioia dei parenti.
Son cicino menestrello
di re Pino tanto bello;
e al posto dell’Alfonso
il figliol mio sempre penso.
Santi numi per me pregate e Alfonso dimenticate.
Ma l’Alfonso ha il prete campanato
che pure le campane gli ha suonato.
Ma io vi assicuro che so come fare,
e prima o poi al mio scopo dovrò arrivare.

lunedì 18 luglio 2011

I NUOVI MOSTRI.

Da qualche tempo la nostra classe politica è irrequieta. Si dice di scontri verbali e diverbi talmente accesi, da indurre i disputanti a passare a vie di fatto. Questo è avvenuto per diverse volte.
Un clima veramente pesante che ha indotto Ernesto Alfonso il Sindaco a indire un incontro con tutti i consiglieri comunali, al fine di indurli a cambiare atteggiamento, onde evitare di trasformare ogni riunione in un incontro di boxe. 
L’ultimo increscioso episodio si è verificato in occasione del consiglio comunale aperto, nel quale ha partecipato il direttore generale dell’ASP 3. Pare che il consiglio fosse aperto, ma non tanto. Infatti il presidente del consiglio, sostevenva che l’apertura era limitata solo agli invitati, tutti gli altri dovevano attenersi solo a guardare, ascoltare  e al più considerare.
Dello stesso avviso non  era un ex consigliere comunale di lungo corso, il quale aveva ripetutamente chiesto di potere prendere parola. Stante il diniego opposto dal presidente del consiglio, gli animi si erano subito riscaldati. 
Alcuni consiglieri dell’opposizione  facevano notare l’inutilità di tale divieto. 
Vista la malaparata, il presidente del consiglio, graziosamente, decideva di concedere la parola al richiedente. Il quale sdegnato,  rinviava la concessione al mittente, sostenendo di non avere più nulla da dire.
La cosa sembrava finita lì, e invece, terminato il consiglio, i contendenti uscivano al “naturale” e nei corridoi si scatenava il putiferio. 
Venivano tirati in ballo, mogli, sorelle e chi più ne ha più ne metta,  alcuni si facevano tenere, altri rincorrevano con fare minaccioso. Insomma una vera baraonda.
Difronte a questi episodi non ci resta che arrenderci, ed ammettere mestamente l’infima caratura della nostra classe politica attuale: assomiglia tanto a certi monaci, che dimesso il saio ne combinavano di tutti i colori.
Il povero Ernesto Alfonso ha dovuto gioco forza convocarli, per invitarli ad abbassare i toni del confronto. Ma il punto è un altro. Gente che non ha basi culturali, che possiede solo la presunzione di volere ricoprire un ruolo, con danno grave per tutti, si esprime come può. Non potendo trovare nella testa il supporto necessario per far valere le proprie ragioni, usa il metodo più semplice mai esistito: spiegarsi ricorrendo a vie di fatto. 
Alcuni scambiano i locali del municipio per un bivacco, dove si celebra una scalcinata sagra di paese e tutti alla prima occasione trovano il giusto motivo per menar le mani.  Del resto è delle società culturalmente meno progredite risolvere le questioni usando la forza. Scelta obbligata quando la cultura latita,  perché i protagonisti hanno preso pochi libri in mano, forse giusto quelli per raggiungere un titolo di studio.

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NOTIZIA DEL GIORNO:
Ci è stato riferito che l’asino sapiente va in estasi quando è colpito da bucoliche visioni. Ernesto Alfonso è avvisato.
                                                              Il Giaguaro di Tebe.


venerdì 15 luglio 2011

SCIROCCO.

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Quando tutto sembrava procedere per il meglio, si alzò un vento di scirocco; la gente cominciò a sbadigliare; le nubi restarono ferme in cielo, gonfie di pioggia, senza lasciar cadere una goccia d’acqua; ogni cosa era velata da un lustro umidore; nessuno aveva voglia di discorrere; nessuno si prendeva più la briga di leggere il giornale. Era sopraggiunta la noia. Una noia distesa, compatta, tanto pesante che nessuno riusciva a sollevarla. Ci stava sotto come a una imbottita, d’estate. Era la noia di un tempo che volgeva alla fine.
Ma la fine non arrivava mai. Tutti sudavano sotto quella imbottita, ma nessuno osava alzarne un lembo.
Così sono passati tre anni, monotoni, sciroccosi, lenti. Finché il caro Ernesto Alfonso, anch’egli colto dalla noia, la ruppe facendo inutili proclami e scialbe apparizioni televisive. Ma ad un tratto, nonostante Ernesto Alfonso e alcuni insignificanti conduttori di provincia e i loro ancor più insignificanti ospiti, le grosse nubi sono rimaste ferme in cielo: non cade una goccia d’acqua; l’aria è afosa,  greve; le mani si velano di sudore; larghi sbadigli accompagnano le nostre giornate; quel che accade non ci interessa più: la noia ci ha colto. Noia compatta, distesa, insistente, contagiosa, come sempre. Qualche uomo politico per aggirare la sua stessa inutilità tenta di trasformare le riunioni in incontri di box, ma anche in quella versione produce solo noia.
Non corriamo grandi rischi; non ci manca il pane né il companatico; non ci manca neppure la libertà. Ci manca solo la voglia e la capacità di farne uso; perché tutto ci annoia, tutto ci pesa, tutto ci sembra inutile, come se il nostro mondo si fosse fermato. Tutto ciò che accade, accade fuori di noi; noi vi assistiamo soltanto con estrema noia.
E’ il tributo che paghiamo alla scelta sbagliata di avere eletto Ernesto Alfonso a  Sindaco di Randazzo.
Così il tempo passa.
“Cosa è che non va?”
“tutto”
“E’ troppo per potervi porre rimedio? Non so, ma a noi non resta che lottare finché si può”.
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LA NOTIZIA
Ignoti, nella notte di martedì ultimo scorso, si sono introdotti nell’oratorio salesiano ed hanno rubato lecca lecca e gelati
Il giornale intitola: i soliti ignoti rubano lecca lecca e gelati.

Rosso di Sera.


lunedì 11 luglio 2011

Tu vuo' fa' l'americano.

Ci siamo fermati un po’. Lo abbiamo fatto solo per non essere tacciati di cattiveria eccessiva, e anche nella scaramantica speranza che una tregua unilaterale avrebbe potuto portare bene alla martoriata vita politica cittadina.  Ma le speranze si sono fatalmente vanificate. Il deterioramento, o meglio il decadimento, è progressivo e mantiene un andamento in costante crescita. Allora atteniamoci ai pochi insignificanti fatti. Sappiamo  che il nostro signor Sindaco nei mesi scorsi si è recato in visita ufficiale negli stati del nord America: Canada e Stati Uniti. Il viaggio sembra sia stato finanziato da uno degli enti nei quali egli ha incarichi di rilievo, e solo per una parte con fondi del Comune di Randazzo (per intenderci soldi usciti dalle tasche di noi cittadini).
Abbiamo atteso del tempo per scrivere questo pezzo, perché volevamo capire lo scopo del viaggio, ma  non ci siamo riusciti. Alla fine abbiamo raccolto solo indiscrezioni, che mettono in rilievo la segretezza e la particolare delicatezza della missione.
Secondo alcuni, il nostro amato signor Sindaco si è spinto fino alle lontane Americhe con lo scopo di fare conoscere la nostra cittadina e prendere contatto con i nostri  immigrati. Questa sembrerebbe la più logica motivazione, ma non siamo riusciti a capire come e dove ciò sia avvenuto.
Non essendoci dichiarazioni ufficiali, qualche ammiratore del nostro Sindaco, ha ritenuto rivelare che le ragioni vere sono altre. Le indiscrezioni si sono moltiplicate: esse sono tutte possibili e attendibili.
Qualcuno sempre, ha sostenuto che Ernesto Alfonso si sia recato negli Stati Uniti dietro supplichevole richiesta del presidente americano Barach Obama. Il quale non sapendo come risolvere la crisi libica, ha ritenuto di chiedere consiglio al prode Ernesto Alfonso. Vi sono in giro rumors che il nostro signor Sindaco si sia intrattenuto per oltre un’ora nello studio ovale della Casa Bianca, dispensando consigli e suggerimenti al presidente americano, tanto è vero che alla fine del colloquio quest’ultimo appariva più sereno e disteso. Naturalmente tutto è coperto dalla massima segretezza, poiché la visita è stata autorizzata in primis da Berlusconi in persona e poi dal suo plenipotenziario nella provincia di Catania: senatore Pino Firrarello. Si è difatti raccomandata la massima discrezione, onde evitare di mettere in secondo piano il ruolo del capo del governo italiano.  Ma Berlusconi conosce il valore del nostro signor Sindaco e alla fine non ha potuto  opporsi alla richiesta pressante del presidente americano, anche per evitare una crisi diplomatica con i nostri alleati. Restiamo sbalorditi e basiti difronte a tali indiscrezioni, sapevamo del valore di Ernesto Alfonso, perché in un comizio cittadino fu il Firrarello in persona a dirci che egli è la salvezza di Randazzo.
Del passaggio in Canada non se ne sa nulla, ma anche lì sembra abbia preso parte ad incontri al vertice, tanto che alla fine qualcuno dei governanti presenti lo ha proposto per un seggio al palazzo delle Nazioni Unite.
Beati noi che abbiamo trovato sulla nostra strada un tale grand’uomo! Che ci guida e ci governa, verso traguardi sempre più alti. E non dobbiamo fermarci alle beghe di paese, nulla importa se la maggioranza in Consiglio Comunale vacilla. Nulla importa se le condizioni economiche del paese sono disagiate. A grandi traguardi bisogna guardare: e noi abbiamo l’uomo giusto per poterlo fare. Qualcuno dice alle prossime regionali sarà candidato. Noi sdegnosamente diciamo è poco, per un uomo di tale capacità e intelligenza: al posto di Berlusconi lo vogliamo!
Riteniamo infelice l’uscita del Cavaliere Silvio, che ha designato a suo successore Alfano. Certamente non conosce bene Ernesto Alfonso, altrimenti lo avrebbe scelto quale suo successore, con buona pace del povero Angelino.
Difronte a un personaggio unico nel suo genere, tutti devono mettersi in riga. A nulla serve il dimenarsi, in consiglio comunale, di alcuni consiglieri forse di maggioranza.  Questi per rendere più esplicite le argomentazioni si sono pure muniti di materiale fotografico. Tutto ciò, solo per polemizzare sulla vergognosa vendita dei posti al cimitero. Cose che noi avevamo scritto tanto tempo fa.
Si rassegni l’architetto, perché il grand’uomo è come il santo di marmo: e pertanto non suda. Semmai rifletta sul suo triste destino politico, causato dalla sua innocente credulità, circa il rispetto di certi impegni. Si sa, che alcuni li disconoscono anche quando sono scritti, ma questo era noto a molti ormai da tempo.
Comunque Ernesto Alfonso è il nostro uomo della Provvidenza, qualunque cosa dicano i maldicenti e gli invidiosi. Noi, pur rendendoci conto della sua grandezza  (sic!), siamo istituzionalmente e naturalmente votati a contrastarlo. Non ce ne voglia: tra l’altro, abbiamo una sorta di antipatica ritrosia verso gli uomini della Provvidenza. Forse perché ci ricorda qualcosa di antico, sgradito alle nostre menti e alle nostre coscienze.   
Quanto poi ai compagni del PD, verrebbe da dire: “talia chi sunu billitti!”. Flirtano con alcuni del movimento di Lombardo: come al solito dicono e non dicono, fanno capire e non fanno capire. In altri termini tirano la pietra e subito nascondono la mano. Tendano, riuscendoci, di circuire con belle parole gli asini sapienti di turno. Ma gli asini pur essendo sapienti, sempre asini sono. Del resto, i capi del PD locale sono figli putativi di baffino di ferro Massimo D’Alema, e siccome buon sangue non mente si può dire: tale padre, tali figli.  
Noi pensiamo che un centro sinistra serio, che vuole parlare e farsi capire da un’area politica e culturale, che è molto più vasta degli ambiti striminziti dei partiti, non può essere credibile se si presenta alleato con l’MPA di Lombardo.
Del resto chi lo dice che nel centro-sinistra ci debbano essere per forza alcuni soggetti politici per potersi definire tale?
A Napoli abbiamo vinto e pure a Milano. Abbiamo vinto non certo facendo le ammucchiate, ma presentando proposte politiche serie e credibili.  
L’Italia dei Valori ha dimostrato, anche con la vittoria dei referendum, di avere ormai un consolidato consenso su tutto il territorio nazionale. Ha dimostrato di avere uomini come De Magistris che hanno la forza e la capacità di vincere contro tutto e contro tutti. Noi siamo presenti a Randazzo da anni, alle ultime provinciali il nostro coordinatore Piero Proietto ha ottenuto un lusinghiero successo. Oggi siamo più forti di allora e possiamo, insieme ad altri partiti, gruppi o raggruppamenti, che si riconoscono in quell’area politico-culturale del centro sinistra, creare un progetto, che dia una speranza di futuro alla nostra città.  
Rasputin