venerdì 30 luglio 2010

SUPERMAN


Una colossale meteora sta per abbattersi sulle nostre case, che andranno presumibilmente in frantumi. Il popolo randazzese implora “Salvaci Nembo Kid!”. Superman o meglio l'uomo di Acciaio si libra negli spazi, aggredisce la meteora, la polverizza a pugni e testate.
Un'agguerrita banda di fuorilegge rapina una banca. Molti cittadini urlano: “Salva i nostri risparmi Nembo Kid!”. L'Uomo di Acciaio lascia che i malviventi effettuino il colpo e fuggano, poi in contrada “Ciaramella” li raggiunge in picchiata, solleva l'auto tra le mani e porta il tutto in galera, auto compresa.
Si sviluppa un grande incendio che minaccia la città, subito l'Uomo di Acciaio entra in azione con un'enorme cisterna raccoglie tutta l'acqua del fiume e la riversa sul fuoco: l'incendio è domato.
“Grazie Nembo!” tuonano tutti i cittadini.
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Nembo Kid o Superman è il Forte, l'Invulnerabile, il Buono, il Giusto. Egli proviene da un pianeta perduto Krypton. Vive a Randazzo, ma non si è mai rivelato, possiede una sua vita segreta. Quando non è Nembo Kid, è il bravissimo Ernesto Alfonso. I cittadini ovviamente ignorano che Nembo Kid e Ernesto Alfonso sono la stessa persona.
Oltre a una vita segreta, Nembo Kid possiede i seguenti requisiti: supervista a raggi X; superudito; superfiato; velocità supersonica, difatti può volare in un secondo dal monte “Spagnolo” al monte “Colla”; eccezionale muscolatura che gli consente di sollevare pesi enormi, di spostare montagne, corsi d'acqua e via dicendo.
I suoi nemici sono i Cattivi in genere, e in particolare tutti gli uomini di sinistra; sopratutto quelli dell'Italia dei Valori, specie il diabolico Rasputin e poi altri cattivi di minor conto.
I suoi Amici sono: i buoni, gli umili, i prudenti servitori, i devoti ammiratori, i mansueti, i privi di senso critico, i signorsi perenni, gli adulatori delle divinità brontesi e poi ancora i timidi, gli analfabeti, gli asini sapienti: tutti quelli insomma che costituiscono il nucleo vivo e operante dei verbo berlusconiano.
Quando i cittadini urlano “Salvaci Nembo; aiutaci Nembo”, Lui non batte ciglio e immediatamente si libra come una umanitaria farfalla nel vuoto degli spazi, a seconda dei casi.
“Grazie Nembo”, tuonano i cittadini in coro, a cose fatte. E lui il superuomo, il profugo di Krypton, la salvezza della città, sfugge ovviamente ai ringraziamenti e alle proposte della cittadinanza, di posare per una Statua da collocare in piazza Loreto, nella stupenda bambinopoli.
C'è un po' di Rousseau, in Lui; c'è un bon sauvage dotato di vista telescopica e di supertutto; un bon sauvage, che riceve al giorno decine di lettere, da parte di cittadini, giovani e adulti, travolti dalle sue eccezionali avventure. Buon segno: Perché Nembo Kid è il Bene Assoluto, e basterebbe la sua faccia a provarlo.
Nembo Kid possiede una faccia assai espressiva. La sua fronte è spaziosa, sintomo di intelligenza sovrumana, lo spessore delle mandibole è notevole. Quando entra in azione, l'Uomo di Acciaio indossa un completo azzurro berlusconiano, come una pelle sovrapposta, calzari scarlatti fino a metà gamba ; una mantellina gli sventola sulle spalle: quanto basta ad eccitare la fantasia.
Nei panni di Ernesto Alfonso, Nembo ha invece un aspetto ordinario, “mite”; porta gli occhiali e somiglia a un qualunque cittadino. Ci siamo: il successo del personaggio è qui. Tanti cittadini sognano di essere Lui: volare, cioè librasi nello spazio. La volontà di potenza. Il Super Integrale.
La presenza di un siffatto Eroe-Protettore, rende superfluo qualsiasi altro organo di protezione o sicurezza; ed allora perché disperarsi se non potremmo avere mai la caserma dei vigili del fuoco? Abbiamo Lui il Super Eroe che vigila sulla città ventiquattr'ore su ventiquattro.
Basta invocare nei momenti di pericolo: “Aiutaci, Nembo; salvaci Nembo Kid!” e tutto viene risolto dall'invulnerabile Eroe-Protettore.
Da notare però che Nembo Kid è un oriundo perché proviene o non proviene da Krypton; ed allora il rischio è che potremmo perderlo se solo osassimo mandarlo a quel paese.
                                                                                                          Rosso di Sera

sabato 24 luglio 2010

IL TEATRINO PARROCCHIALE.


Sul quotidiano la Sicilia di giovedì 22 luglio 2010, alla pagina 41, venne pubblicato un articoletto dal titolo: Città più pulita e costi minori. Specificando nell'occhiello: Randazzo vertice in Comune con Joniambiente.
Nel corpo dell'articolo il cronista riportava di un incontro tra il sindaco di Randazzo Ernesto Alfonso Del Campo ed il presidente dell'Ato rifiuti Joniambiente, Francesco Rubbino.
Continuava l'articolo spiegandoci che nel corso dell'incontro le illustri personalità locali avevano concordato come trovare una maggiore sinergia tra i Comuni soci. Inoltre al fine di ridurre i costi, si era stabilito di imporre il rispetto degli orari di conferimento dei rifiuti nei cassonetti e di spingere gli utenti verso la raccolta differenziata.
Tutto ottimo ed apprezzabile, un solo passaggio mi sembra essermi sfuggito, forse perché mi sarò ingannato o distratto. Ma a pensarci bene ritengo la cosa assai improbabile, stante che so ancora leggere e scrivere, e pertanto con i pochi mezzi a mia disposizione ho cercato di rimettere ordine nelle mie cognizioni al riguardo.
Per prima cosa mi sono chiesto ma non era stata messa in liquidazione questa diavoleria di inutile sovrastruttura chiamata Ato Joniambiente?. Voglio precisare che la sigla “ATO” sta per “ambito territoriale ottimale”; già perché anche la terminologia deve essere tale da non fare capire di cosa si tratta. Ed allora per indicare una di quelle invenzioni geniali, da far pesare sulle finanze dei cittadini, con il fine primario di garantire poltrone agli amici degli amici: si conia una denominazione, che anche dal punto di vista linguistico e semantico appare quanto meno infelice. Un'astrusa dicitura, che poi tradotta in termini comprensibili, vuole indicare semplicemente un ente che raccoglie e smaltisce la mondezza.
Ora non mi soffermo sulla lievitazione dei costi enormi che questi enti hanno comportato, perché tutti i cittadini se ne sono resi conto nell'istante in cui hanno avuto consegnata la cartella esattoriale per la riscossione del tributo detto TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Per dirla in breve, le bollette astronomiche che ci sono state recapitate in questi ultimi anni sono da addebitare a questi nuovi carrozzoni: veri e poderosi frantumatori di pubblico denaro.
Ma ritorniamo al nostro caso, e per capire meglio siamo andanti a ritroso fino a qualche mese fa; quando su diversi quotidiani appariva la seguente notizia: il 6 maggio (2010) mattina si è svolta l'assemblea dei soci per la messa in liquidazione della società Ato Joniambiente, come previsto dalla legge di riforma regionale sugli Ato, approvata all'Ars.
L'assemblea all'unanimità ha deciso di sciogliere la società e nominare i tre commissari liquidatori confermando, in tale ruolo, i tre consiglieri uscenti: Francesco Rubbino, Antonello Caruso e Giuseppe Cardillo.
In altro loco troviamo la medesima notizia il cui tenore è il seguente: Ieri 6 maggio si è svolta l’assemblea dei soci per la messa in liquidazione della società Ato Joniambiente come previsto dalla Legge di Riforma regionale sugli Ato approvata all’Ars. L’assemblea, all’unanimità ha deciso di sciogliere la società e nominare i tre commissari liquidatori confermando, in tale ruolo, i 3 consiglieri uscenti: Francesco Rubbino, Antonello Caruso e Giuseppe Cardillo.
Se è così forse qualche precisazione va fatta: il nostro compaesano Rubbino non è più presidente, considerato che la società è stata posta in liquidazione, e pertanto non ha più né un consiglio di amministrazione e né un presidente.
Va precisato però che il comma 12 dell'articolo 19 della legge 9 del 2010 recita: Fino all'effettivo esercizio delle funzioni conferite dalla presente legge, e comunque fino al definitivo avvio del servizio di gestione integrata dei rifiuti con le modalità previste dalla presente legge ovvero fino alla soppressione delle autorità d'ambito, i soggetti già deputati alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti, o comunque nella stessa coinvolti, continuano a svolgere le competenze loro attualmente attribuite. Tale gestione non può eccedere la durata di un anno, decorrente dalla data di entrata in vigore della presente legge.
In altre parole le vecchie società poste in liquidazione possono al massimo svolgere le primigenie istituzionali funzioni al massimo fino ad un anno dall'entrata in vigore della legge: ma possono anche cessare prima le loro funzioni nel caso in cui entrino a regime i nuovi ambiti territoriali.
Ma allora questo incontro al vertice a cosa è servito? Difficile capirlo, considerato che si sono ufficialmente e pomposamente incontrate persone che si vedono almeno tre volte al giorno. Forse si è posto in essere un incontro ufficiale per finire nella cronaca di provincia a pagina 41: al solo fine di ottenere un minimo della tanto agognata visibilità e dare un fievole segnale di esistenza. Mossa ritenuta necessaria, data l'assoluta indifferenza della popolazione nei loro confronti.
Certo è, che in un paese come il nostro dove il disagio economico dei cittadini si avverte ogni giorno di più: questi invece di porre in essere azioni di buon governo utili alla città, ci fanno assistere a squarci di recite paesane di cattivo gusto.
Come se fossimo il classico paesetto di mezza montagna, popolato da gente, nel fondo, bonaria e arguta, ma ormai, da tempo abituata ad essere presa in giro dai soliti noti. La nostra gente sa benissimo chi sono questi, che farebbero meglio a badare agli affari loro, e senza tanto almanaccare, ad evitare di occuparsi della cosa pubblica e ad ergersi quali salvatori della patria: ruolo che non gli si addice affatto, anzi che cucito loro addosso, assume una connotazione ridicola.
                                                                                                Il Giaguaro di Tebe

venerdì 16 luglio 2010

LA FRECCIA Multimediale.



(immaginaria lettera mai spedita da un elettore ad un eletto in un qualsiasi partito di maggioranza, precisando che il destinatario della presente non esiste nella realtà, ne è definito il luogo e il tempo, pertanto tutto è solo frutto della fantasia di chi scrive. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.).
Caro Amico,
sono lieto di ComunicarLe d' aver mantenuto la mia promessa: alle ultime elezioni amministrative ho votato per Lei.
Mi consenta, ora, di SpiegarLE le ragioni che mi hanno indotto a votare così onninamente per Lei.
Da quando la conosco Lei, o meglio chi per Lei ha dimostrato di possedere una rara, superba coerenza, nel stare sempre sopra il carro vincente. Quanti hanno avuto il piacere di conoscerla hanno potuto notare un profondo attaccamento alla sua primigenia arretratezza culturale, alimentata da un divertito disprezzo per chi ha commesso l'imperdonabile leggerezza di sfogliare, in vita sua, qualche migliaio di libri.
Non sarebbe nel giusto, però, e denoterebbe un taglio mentale estremamente fazioso, chi derivasse, da questi rapidi appunti sulla Sua personalità, un'errata opinione sui titoli ufficiali che Ella detiene: come se anche Lei, caro Amico, non avesse ghermito, a suo tempo, una licenza liceale, né successivamente agguantato una laurea. In una parola sbaglierebbe irreparabilmente colui che si astenesse dal salutarla, o dall'invocarla col titolo di dottore. In un Paese di “dottori” come il nostro, sarebbe quasi un volerLe togliere la nazionalità o il diritto di cittadinanza.
Altro errore, sarebbe poi quello di considerarLa uno sprovveduto integrale, un incapace affetto da indomabili tare lombrosiane. Niente di più falso, perché anche Lei, come tanti, soggiace spesso ai Suoi bravi attacchi d'intelligenza provvisoria. In quei rari momenti, Lei si mette a tremare e, preso dalla febbre terzana, viene travolto dallo sforzo di trovare le parole per farsi valere. Quando riesce a trovarne qualcuna la esce di bocca con una foga tale da fare seriamente temere per la stabilità dei Suoi incisivi e canini. Stremato da tali infarti intellettuali, Lei si fa alla fine un impacco di idiozia e riacquista così la minacciata salute.
A mio avviso sbaglia chi l'accusa anche d'infantilismo. Perché ci sono vari modi dell'infantilismo e Lei ha maturato il suo: che ora è un infantilismo adulto, porta i pantaloni lunghi e, soprattutto, ha trovato un ruolo politico importante. Lei prima aveva delle istanze un pò vaghe. Ora si e messo, pardon le hanno messo, addosso un ruolo che assomiglia a quei vestiti che si comperano belli e confezionati, sbagliando la misura, e perciò Le va un po' largo, Le balla avanti e dietro, La fa sembrare un trapano.
A questo punto, caro Amico, mi consenta di concludere. In questa breve lettera, vede, io ho cercato di spiegarLe le regioni per cui Le ho dato il mio voto, e tali ragioni non sono ancora venute alla luce. Eccole alfine. Quasi sempre, quando un elettore, dà il proprio voto a qualcuno, conosce assai male il candidato prescelto. Di solito si affida, con una sorta di bruto sanfedismo, a quei motivi apolegetici, un pò troppo vaghi e generici, che ogni candidato sa bene o male creare intorno a se stesso. Per modo che, l'elettore si reca alle urne servendosi di una specie di agiografia fornitagli da quegli stessi che ne mendicano il voto. Vota, ripeto, conoscendo assai poco, o malissimo, la persona alla quale concede la cosiddetta preferenza.
Io, invece, posso dire con orgoglio d'aver votato per Lei, perché La conoscevo benissimo. Ho voluto influenzare, con il mio voto il suo destino, poiché un uomo come Lei, un intelligentone come Lei, alla luce e meno pericoloso che all'ombra: consideri dunque il mio voto, La prego come uno di quegli ortaggi che si lanciavano agli attori mediocri che calcavano i palcoscenici dei teatri sgangherati di provincia e che non avevano la capacità né di fare ridere e né di fare piangere.
Un suo immaginario elettore

sabato 10 luglio 2010

L'ESPERTO.


Prendiamo un tipo qualunque di politico sempre abbarbicato sul carro del vincitore, osserviamolo da vicino: di dove viene?, chi e? cosa fa? chi l’ha scelto? come è arrivato ad occupare cariche elettive?
A cercare bene si scopre un individuo modesto, magari un piccolo impiegato o un principiante dell’arte di arrangiarsi, che da anni cercava di farsi strada, di attirare su di sé l’attenzione per uscire dall’ombra grigia di una vita minuta. Egli si affannava a salutare questo o quello, distribuire dolciumi a parenti ed amici, regalare piante e fiori ai conoscenti. E, come meglio poteva, stava al corrente dell’ideologia in voga: ora imparava una parola nuova, ora un’altra, per infilarla nei suoi discorsi. Dagli oggi, dagli domani, riusciva finalmente ad entrare nelle grazie dell’altissimo.
Il più era fatto: ora gli toccava servire la causa con zelo e furbizia.
Cosa rappresentava nella sua piccola città di provincia quel piccolo impiegato? Nulla. Egli era uno dei tanti postulanti al seguito del potente di turno; non aveva fatto nulla di particolare; aveva conseguito un modesto diploma di scuola media superiore; aveva letto il giornale ogni mattina; era stato in villeggiatura qualche volta e conosceva forse qualche parola d’inglese.
Poi finalmente, durante un banchetto era riuscito a sedere alla destra del senatore. A quel senatore piacevano molto i funghi di ferla; ne aveva parlato a tavola. All’indomani, il nostro personaggio gliene spediva un paniere, unendovi un biglietto che, Dio solo sa quanta fatica gli era costato a scriverlo. Da quei funghi era nata una salda amicizia che aveva dato i suoi frutti. Ecco tutto.
Se cerchiamo nella vita di questo modesto impiegato altri meriti, non li troviamo. Ma da tempo egli è un politico importante. Ed è anche un esperto, un esperto in agraria, per via di quei famosi funghi.
                                                                                                     Rosso di Sera

giovedì 8 luglio 2010

ELETTO IL COORDINAMENTO PROVINCIALE DI CATANIA

Giovedì 01 Luglio, presso la sede provinciale di Catania, si è insediato il nuovo coordinamento provinciale di Italia dei Valori, che risulta così composto:
Segretario Provinciale: – Silvio Di Napoli (3880445445);
Coordinamento Provinciale:
Piero Proietto; – Vincenzo Paternò; – Francesco Tomasello; – Antonino Rosselli; – Giuseppe Guglielmino; – Filadelfo Aristodemo; – Domenico Fazio; – Michele Barbuscia; – Giuseppe Russo; – Angelo Palumbo; – Ignazio Di Martino; – Giuseppe La Torre; – Giuseppe Scalisi; – Paolo Rizza; – Michele Barbagallo; – Andrea Bonardi; – Giuseppina De Gaetani; – Giovanni Grasso.
Nel corso della riunione dopo avere esaminato la situazione politica nel territorio provinciale ed avere manifestato solidarietà nei confronti del grave atto di barbarie commesso accidentalmente nei confronti della studentessa universitaria Laura Salafia, si è stabilito di avviare un confronto ed un dialogo costruttivo con i cittadini, con le varie associazioni di volontariato, con i partiti del centro-sinistra e tutte le forze sociali e sindacali, per una azione sinergica e comune.
Di sollecitare, in particolare, l’Amministrazione ad intervenire concretamente, nei confronti: delle associazioni di volontariato rimaste da molto tempo senza alcun sostegno economico proveniente dalla P.A..; di verificare se vi è inosservanza degli obblighi scolastici; di avere ed attuare una politica inclusiva e di garanzia nei confronti degli immigrati,soprattutto in ambito sanitario;di intervenire nelle politiche sociali, del lavoro ed economiche.

ALLEGRO BILANCIO.


Che una classe politica sia inutile e insignificante è già grave, ma che sia pure dannosa o pericolosa per i cittadini che l'hanno eletta è veramente inquietante.
Orribile lo spettacolo messo in scena nell'occasione dell'approvazione del bilancio comunale, ove chiunque, senza essere un esperto contabile, si è reso conto dell'enorme pasticcio confezionato.
Un bilancio che sembra uscito dalle mani del mago Zurlì, il quale munito di bacchetta magica mette tutti i numerini al suo posto e quando questi non quadrano entra in gioco la finanza creativa.
Bella cosa la fantasia dei nostri amministratori, che si inventano un canone di locazione, dovuto dai salesiani, per l'affitto del San Basilio.
Sulla base di un semplice richiesta il nostro baldo Sindaco inserisce in bilancio una somma pari a duecentomila euro circa; evidentemente avrà avuto assicurazioni che l'esborso ci sarà: perché diversamente dovrebbe subito iniziare una procedura giudiziaria per il recupero. Ma un recupero sulla base di che cosa? esiste forse un contratto di affitto? No; esiste solo un convenzione più vecchia del cucco, stipulata illo tempore tra i primi salesiani sbarcati a Randazzo nel 1875 e il sindaco dell'epoca. Ed allora va da sé che qualsiasi azione giudiziaria sortirebbe l'unico effetto di causare lo scherno e l'ilarità del soggetto giudicante.
La nostra giunta, poi, raggiunge il ridicolo, quando inserisce in bilancio il recupero dell'evasione sulla TARSU, e qui si è veramente fantozziani. Perché si asserisce che a seguito di incarico, ben retribuito, dato ai dei grandi professionisti, questi con la semplice consultazione degli atti catastali, sarebbero in condizione di recuperare l'evasione: chi sa di catasto può veramente scompisciarsi dalle risate.
Figurarsi non vi è documentazione meno attendibile e lacunosa di quella catastale, ove ad esempio mancano tutte le planimetrie delle costruzioni realizzate prima del 1946: tanto è vero che nella finanziaria 2010 è stata introdotta una norma, per la quale le transazioni aventi ad oggetto immobili urbani, devono riportare, a pena di nullità, gli estremi della planimetria catastale. Ma poi non era stato fatto un completo censimento, attraverso la misurazione casa per casa, nel 1993. E tutti gli immobili realizzati dopo il 1993 non dovrebbero essere assentiti sulla base di un regolare progetto e conseguente concessione edilizia?
Ed essendo, quindi, i progetti necessariamente depositati in comune, non si capisce quale difficoltà possa sorgere nell'incrociare i dati tra ufficio tecnico e ufficio tasse.
Sorge spontanea la domanda: stante cosi le cose, questo incarico a cosa serve? ed è semplice la risposta a poco, tranne a far tirare fuori dalle già povere casse del comune del denaro; salvo poi dire ai cittadini, che si rivolgono per qualche necessità, “non ci su sordi”.
In ogni caso si pensa di risollevare le finanze del comune facendo pagare agli utilizzatori dello scuolabus, una piccola tassa di dieci euro, tanto cosa vuoi che sia, considerato che le famiglie randazzesi nuotano nell'oro, una piccola tassa in più non fa mai male.
Fosse avvenuto una sola volta che i nostri amministratori avessero, prendendo atto delle difficoltà, deciso di rinunciare all'indennità o ridurla notevolmente. O ragazzi non scherziamo con le cose serie, se si riduce l'indennità o la si elimina un amministratore in comune che ci va a fare?
                                                                                                                     Rasputin