martedì 9 agosto 2011

EVVIA LA VARA PATRIOTTICA!


Un fremito di ardito patriottismo si è impadronito della nostra classe politica. Il nostro signor Sindaco, forte del suo incommensurabile genio organizzativo, ha ritenuto di trasformare la tradizionale festa di ferragosto in una solenne celebrazione del centocinquantesimo dell’unità d’Italia.
Sembra che quest’anno la vara sarà addobbata di vessilli tricolore, San Michele Arcangelo sarà sostituito da Giuseppe Garibaldi, san Tommaso da Giuseppe Mazzini e in alto al posto delle tre figure tradizionali avremo: Vittorio Emanuele al centro, a desta Cavour e a sinistra Francesco Crispi, ed al culmine del fercolo, al posto della croce, sarà apposto lo stemma sabaudo.
Dietro alla vara il Sindaco, sfilerà ostentando un’appariscente coccarda tricolore all’occhiello della giacca, mentre il resto dei componenti della giunta dovrà essere abbigliato in divisa da bersagliere. Seguiranno i consiglieri comunali vestiti da garibaldini.
La banda eseguirà solo musiche patriottiche: dall’inno degli italiani alla canzone del Piave. Qualche prelato, tirerà fuori la medaglia al merito, guadagnata dal bisnonno nella grande guerra, e l’appunterà orgogliosamente sul petto.  
Ernesto Alfonso, lungo il tragitto, terrà per mano un bambino camuffato da piccola vedetta lombarda, tanto per ricordare i buoni sentimenti del De Amicis.
I cittadini festanti saranno chiamati a sventolare, lungo il percorso del fercolo divenuto patriottico,  bandiere e fazzoletti tricolore.
Da tutto questo si salverà, buon per lui, l’ex vice sindaco, defenestrato in questi giorni da Ernesto Alfonso.
Si dice che il Sindaco abbia cacciato il suo vice per scarso rendimento.  Questi non solo non era assiduo alle riunioni di Giunta, ma cosa più grave non apriva la posta da tanto tempo.
Ora, che non fosse sempre presente alle riunioni della Giunta Municipale può anche passare, ma che non aprisse la posta a lui indirizzata, è veramente insopportabile.
Per quanto le motivazioni addotte da Ernesto Alfonso ci sembrino assai evanescenti, possiamo dire che bel gli sta, al destinatario del provvedimento di espulsione. L’esperienza dovrebbe essere maestra di vita, ma per alcuni non è così. Difatti trattasi di un  personaggio politico che in passato fu trattato da Ernesto Alfonso nello stesso identico modo: licenziato in tronco adducendo futili motivazioni. Qui ci vorrebbe Sigismund Schlomo Freud per capire, e forse anche il sommo maestro non riuscirebbe a comprendere, i meccanismi che si muovono all’interno della testa di alcuni politici nostrani. Certi individui evidentemente non imparano mai, e poi si è sempre detto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, e così è.
Intanto Ernesto Alfonso, con un gesto di estrema magnanimità, ha comunicato a tutti i consiglieri comunali il siluramento del suo vice tramite sms. Alle volte di delicatezza e bon ton istituzionale si può anche morire.
Nell’ultimo consiglio comunale la minoranza ha dimostrato di essere autosufficiente e  con un gesto estremo di “masturbazione” politica, ha tenuto in vita un consiglio comunale nel quale ha occupato sia il ruolo della maggioranza, che quello suo naturale di opposizione.
Come si suole dire da sola ha cantato, suonato e ballato, visto che tutti i consiglieri di maggioranza erano assenti, impegnati nei loro affari, che evidentemente sono più importanti delle funzioni istituzionali che dovrebbero svolgere.
Basterebbe solo questo episodio a far capire in quali mani si trova la nostra città. Una combriccola di buoni a nulla, che ogni volta si fa in quattro per farsi eleggere e che, una volta raggiunto l’obiettivo,  si sollazza in un acquitrino melmoso, pieno di cialtroneria istituzionale.  Noi intanto attendiamo Ernesto Alfonso che marcerà dietro la vara, divenuta risorgimentale per l’occasione, e così il loro miserando provincialismo da due soldi sarà salvo.
                                                                         Rosso di Sera.



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