sabato 16 giugno 2012

"Per dopo?"



Il  cameriere si accosta al tavolino del  ristorante, dove due signori, l’anziano e il giovane, stanno mangiando i tagliolini con i funghi . E chiede:
“Scusino signori". "Per dopo?” Il signore anziano ha uno scatto di impazienza. “Senti. Siamo ancora qui con il cucchiaio in mano. Lasciami finire. Passaci il menù, ma lasciaci finire.”
“Come vuole, signore.”
Il signore anziano spiega: “Non c’è niente di più detestabile, per me, di questa premura, di questa urgenza dei camerieri, per farti ordinare. E pazienza se il locale fosse affollato, e avessero la necessità di  fare liberare dei tavolini. Ma non c’è nessuno!”
“Eppure”, osserva il signore giovane, “guardi. Appena i camerieri  fanno la stessa domanda:  ‘Per dopo?’  a qualche altro avventore, tutti si mettono a cercare affannosamente, sul menù, ciò che possono mangiare. E’ come se il cameriere desse loro un ordine.  E corrugano la fronte, e stringono le labbra nello sforzo di riflettere sull’avvenire. Ce ne sono di quelli che si prendono la testa tra le mani, come altrettanti fratelli, vestiti nella locanda, del Penseur di Rondin , che invece è nudo , e sta di solito in mezzo ai giardini pubblici.” 
“Gli individui che alla domanda ‘Per dopo?’  si mettono a studiare il menù, e a meditare che cosa scegliere, se tu gli presenti il ‘Per dopo?’  in politica vanno in confusione mentale. Si stringono nelle  spalle, e ti dicono: ‘si vedrà’.  La città vive ormai una vita esclusivamente fisiologica; e quindi i progetti per l’avvenire sono alquanto incerti.
“ Ma, forse dipende anche dal fatto che, in politica,  la scelta di ciò che si può mangiare ‘dopo’  è più difficile più complicata, più faticosa.”
“Dì piuttosto, replica il signore anziano, dì piuttosto un’altra cosa , più vera: ed è che, ormai, la scelta sul menù politico, si va sempre più restringendo.  Vedi Randazzo sta mangiando, da quindici anni,  sempre la stessa rancida minestra. Voglio dire che sta sorbendosi la minestrella in brodo delcampiano.  E ne è stufa! Ma quando le si presenta il cameriere a chiederle:  “E per dopo?”  si spaventa  e teme che se tenta il nuovo il cameriere le annunzi:  ‘ C’è ancora soltanto quel tale piatto signore: il pasticcio di Pd alla randazzese;  e ora glielo servo immediatamente. E perciò Randazzo finisce con l’ordinare un’altra porzione di minestrella in brodo delcampiano.    La ordina a malincuore, la ordina a mezza bocca, senza persuasione, ma la ordina. E questa è la ragione per cui alle ultime amministrative Ernesto Alfonso ha vinto.
“E ora, che cosa crede che ordinerà Randazzo la prima volta che le chiederanno :  ‘E per dopo?’”
“Ah, non c’è dubbio: anche questa volta potrebbe ordinare minestrella delcampiana, e se ne sorbirà un’altra fatale porzione.  Ma non c’è da confondersi:  perché forse questo non avverrà.  I segni  infatti di  intolleranza per la minestrella sono sempre crescenti, e sempre più forti. E si avvicina il momento in cui Randazzo stanca, stufa, con il voltastomaco, risponderà:  ‘Ma portatemi in tavola quello che volete, purché non mi mettiate più dinanzi questa scodella di minestrella’. E il cameriere le servirà finalmente una bella porzione di pasticcio  alla randazzese, con abbondante salsa a base di mangionese, lavorata secondo la famosa ricetta del trio Lescano.  E Randazzo se la dovrà trangugiare, scottandosi  la lingua e il gorgozzule.”
“Ma potrebbe anche darsi, mi perdoni, che Randazzo, stufa della minestrella , si scelga uno spezzatino, e che il cameriere glielo serva.”
“Bravo. Qui ti aspettavo. Vedo che segui il mio parlare per immagini e per metafore. Sissignore. Si dice che c’è anche pronto, da tempo, in cucina un buono, casalingo spezzatino: lo spezzatino autonomista.  Ma in realtà giù in cucina, da tempo, di spezzatino, di vero spezzatino alla casalinga, non se ne cucina più. C’è soltanto pasticcio alla randazzese.  E lo spezzatino che è servito a tavola non è consigliabile, serve solo ad allenare il palato alla mangionese lavorata secondo l’antica ricetta del trio Lescano, che per la verità è poco appetibile. In altre parole, quando Randazzo, stufa della minestrella  delcampiana ,  non potendo ordinare lo spezzatino autonomista;  è il pasticcio alla randazzese con mangionese  che dovrà divorare.”
“Se è così Randazzo non sarà mai tanto pazza da cambiare.”
“E tu dici, allora, che continuerà a ordinare e sorbirsi la minestrella delcampiana? E’ un errore gravissimo. Vedi. Di una cosa sono certissimo: Randazzo non può andare a lungo innanzi come va ora. I delcampiani da soli non la possono tenere. E’ impossibile. Non hanno la capacità vorrei dire fisiologica; e non ne hanno l’autorità morale. Prima di tutto, essi sono rovinati, nel giudizio del popolo randazzese, dal sospetto di dipendere dai brontesi, di essere il partito dei firrarelliani , di obbedire agli ordini del grande capo brontese, e questo sospetto alla lunga ha scavato loro il terreno sotto i piedi. Poi questi non posseggono il senso delle istituzioni. Al massimo posseggono il senso degli affari . Infatti essendo così intimamente deboli , hanno bisogno,  e lo sanno, della tolleranza generale, anche, e soprattutto, dei loro avversari, ed è perciò che nessuna amministrazione loro potrà mai essere autorevole.  Sarà sempre basata sul lasciar correre, sul chiudere gli occhi, sulla indulgenza che finisce con l’essere un premio alla negligenza  e alla incapacità, e bada, senza colpa specifica di nessun uomo politico determinato, ma per  colpa delle cose.”
“Che quadro!”
“E’ un brutto quadro lo so. Ma è il quadro esatto. Ora la città ha un bisogno organico, fisiologico, assoluto di gente autorevole e capace. Ne ha bisogno, come certi organismi hanno bisogno di certe vitamine. Ha bisogno di autorevolezza, di serietà, di onestà, per imparare a lavorare seriamente, a tirare su i giovani da uomini, a non restare troppo indietro nella grande, tremenda  gara di energia che c’è nel  mondo , oggi.  Ha bisogno di importanti capacità per non diventare un sobborgo di Bronte.”    
A questo momento, si ripresenta al tavolo dei due il solito cameriere, il quale ripropone, inesorabile come il destino, la solita domanda:
“E per dopo, signori?”
Il signore anziano vuole chiudere la conversazione diventata troppo seria, con uno scherzo. E chiede al cameriere:
“Ce ne avete di pasticcio alla randazzese con mangionese?”
“Ce ne abbiamo dell’ottimo signore. Lei lo può vedere dal menù. C’è pure con mangionese piccante, mangionese di fuoco.”
“Ebbene. Allora per me un’altra porzione di tagliolini con i funghi…..E per il signore che è giovane, e si deve abituare, una bella porzione di mangionese secondo l’antica ricetta del trio Lescano.”    

                                                                                                               Rosso di Sera

5 commenti:

  1. Sarà la stanchezza di fine anno scolastico, sarà il caldo, o forse l'età che avanza, ma ci ho capito poco!Già, la lettura non mi pare di immediata comprensione. Ah, ma qui ci si esprime per "immagini e metafore", scordavo! Bisogna dunque "connotare", come in Dante insomma:forse ho capito! "Mangionese", sono io; la salsa (rancida), gli ingredienti, la ricetta, il Trio Lescano! Il Trio Lescano??? Quello di "Tullitulitullipan"?
    Ci rinuncio, meglio l'amato Proust o forse il compianto Santo Anzalone.

    Michele Mangione
    P.S.
    I due commensali hanno dimenticato di ordinare il vino. Se permettete ve lo consiglio io: "Sfascismo", rosè (non è mai in purezza).L'anno? Fate voi, viene sempre buono.
    Saluti e...salute!

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  2. Ki nn accetta le critiche, in tutte le salse, nn è degno di presentarsi come capo di coalizione. Meglio ke continui a fare quello ke meglio gli riesce ovvero l’insegnante. I randazzesi nn possono seguire un ragazzotto dalla faccia pulita ke quanto parla nn convince nessuno, dando la perenne sensazione ke manco lui crede a quello ke dice. Ha già avuto la sua chance, ha giocato male e gli elettori l’hanno punito. Punito duramente lui e le figure ke lo accompagnavano, nella fattispecie il collegio docenti ke aveva proposto come giunta. I randazzesi volevano figure concrete, nn “dutturelli” ke nn avevano niente da spartire cn la storia del centro-sinistra randazzese. Nn si potevano fare assessori gente ke aveva a malapena il proprio voto, solo xkè erano compagni di scuola e/o fratelli di amici di infanzia. Il ragazzotto dalla faccia pulita nn è mai andato in una delle due emittenti televisive locali a kiedere venia dei propri errori, tantomeno ha mai fatto una vera ed onesta autocritica su quella debacle. Credo ke sia onesto, da parte sua, ke prima kieda scusa agli elettori del centro-sinistra per la figuraccia e per gli sfotto ke ci ha fatto subire dai masnadieri delcampiani, solamente dopo si metta a disposizione come uno degli eventuale candidati a sindaco. Nei dieci comandamenti nn è scritto ke il ragazzotto deve essere l’eterno candidato a sindaco del centro-sinistra randazzase, nn credo ke sia stato unto dallo spirito santo e non penso che glielo abbia prescritto qualke medico di fama mondiale. Morale della favola: prima si costruisce una coalizione allargata e solo dopo si sceglie il Wellington che guiderà le armate a Waterloo. Nessuno può andare a casa di altri è proclamarsi generale senza avere un vero esercito ma presentandosi cn un solo plotoncino di fedayn e pseudo amici. Se poi analizziamo i membri di questo plotoncino, c’è solo da rabbrividire e da riflettere tanto, personaggi unti e bisunti ke vanno dal trio delle meraviglie al pazzoide del Prusst, passando per il musicante arabo e il rockettaro leninista, per finire a u ‘ngignerullu di destra (perennemente trombato come consigliere comunale). Ma si può fare una seria politica di centro-sinistra avendo nel mezzo il trio delle meraviglie? O peggio ancora averli come pupari? Come si può fare campagna elettorale presentandosi nelle piazze, nelle famiglie e nelle “parrocchie” con il trio delle meraviglie dietro le spalle? Si rasenta alla follia! Presentandosi cn sta gente si perde, i randazzesi sono stanki di questi elementi ke hanno fatto esclusivamente i propri interessi, cn amministrazioni e sindaci di ogni colore, fregandosene di Randazzo e dei randazzesi. Il trio delle meraviglie, in paese civile, sarebbe stato bandito da qualsiasi aggregazione nn solo politica ma anke sociale. La loro ombra e presenza è deleteria per tutta la futura alleanza del centro-sinistra, va riconosciuta la loro capacità e fortuna aritmetica nell’avere sempre un proprio rappresentante in consiglio comunale. Nn voglio essere sfascista, ma quello ke ho scritto è quello ke pensano la maggior parte dei simpatizzanti del centro-sinistra randazzese. Al direttivo dell’IdV vorrei kiedere: il pazzoide del Prusst parla per proprio conto o per conto del partito? Se parla per proprio conto va immediatamente internato in un sanatorio; se parla a nome del partito è da internare tutto il direttivo ke affida a costui la linea politica. –Ke la forza sia cn Voi- Obi Wan Kenobi.

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    1. non possiamo confidare nella forza di Obi Wan Kenobi, visto che è tale da impedirgli di rivelarsi in faccia e nome. Ergo, una non-forza.
      Michele Mangione
      (quello con la faccia e la COSCIENZA pulita)

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    2. Diceva sempre la mia bisnonna: "La miglior risposta è quella ke nn si dice". Aggiungeva pure:"Ki ha più sale condisca la minestra". La mia forza, la purezza della mia coscienza, vengono dall'essere un elettore intellettualmente onesto e soprattutto nn ho cambiali in bianco cn nessuno. -Ke la forza sia cn Voi- Obi Wan Kenobi

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  3. Rileggendo l’articolo e i commenti che ne sono seguiti,voglio fare qualche considerazione personale.Concordo totalmente con l’analisi fatta da “OBI WHAN KENOBI” , sulla situazione attuale che dilania quella che potrebbe essere una possibile coalizione di centro-sinistra alternativa alla attuale fallita e uscente coalizione di centro destra.Purtroppo il candidato sindaco Michele non si è ancora reso conto di essere caduto come un allocco nella trappola infernale in cui lo ha spinto “il trio delle meraviglie”.
    Dato per scontato che a livello personale in ambito Randazzese , Michele è riconosciuto come persona seria , in ambito politico molti lo classificano come “buono”,cioè carente di quella grinta che distingue i “buoni” dai “leader”.Questa tesi viene supportata dalle scelte e dai discorsi fatti sia nella precedente campagna elettorale sia dagli interventi registrati nelle varie emittenti televisive.
    “IL LEADER DETTA LE CONDIZIONI NON LE SUBISCE E SOPRATTUTTO NON HA PAURA DEL CONFRONTO“.La strategia che ha sempre contraddistinto il “P.D.” Randazzese è quella paura matta delle responsabilità di governo.Per loro il massimo è sempre stato quello di utilizzare delle facce pulite (Movimento Liberare e Costruire , Michele Mangione ,Coalizioni di Centro Sinistra etc) per fare eleggere un membro del “TRIO “ che potesse difendere qualche interessuccio di bottega .Per ora è il tuo turno caro Michele !!!.Un partito che si rispetta e che ha mire di leadership , non sta zitto e nascosto per quattro anni , per poi uscire all’ultimo momento con un pacchetto stantio e preconfezionato , e con lo slogan “O COSI’ O POMI’” ,” O MINESTRA O FINESTRA”.con il risultato che la coalizione perde , ma il nipote viene eletto.Spettacolo già visto , grazie e tanti auguri!!! .Se vuoi uscire da questa trappola caro Michele , la soluzione sta nello scommettersi , nel lavorare ad una vera coalizione ,alternativa ,seria che sia da trampolino per la nascita di una vera classe dirigente Randazzese.Certo questo confronto può vederti perdente ,ma i “leader “ non hanno paura del confronto né delle critiche.

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