sabato 11 settembre 2010

GLI SCAMBISTI.


Come era avvenuto nella sua passata esperienza amministrativa, Ernesto Alfonso, anche questa volta, si cimenta in un vorticoso cambio di assessori. E così si riaprono le danze, si ripete un rituale stucchevole, irritante e insopportabile. Gli assessori scacciati via, tornano a fare i consiglieri comunali, mentre i nuovi prescelti lasciano la carica di consiglieri per assumere quella di assessori.
E’ come il gioco delle tre carte, sì perché alla fine quello che ci guadagna è sempre Ernesto Alfonso il Sindaco. Egli ha dato l’inutile momento di gloria ad alcuni e adesso si appresta a darlo ad altri. Così tutti sono felici e contenti: ed Ernesto Alfonso, continua  beatamente a crogiolarsi tra mille pigrizie mentali e incapacità varie.
I mezzani di turno sono, quindi, soddisfatti: dopo tanto sospirare, anche loro avranno la loro brava indennità, e chi si è visto si è visto.
Tanto con questa classe dirigente un individuo vale l’altro. Nessuno degli assessori uscenti è stato capace di incidere minimamente sulla vita della città, e altrettanto incapaci lo sono quelli che saranno nominati a breve.
Tutto questo serve solo a fare quadrare il cerchio di una politica meschina, inutile e pusillanime, come i protagonisti che la impersonano. Miserabili giochi di potere, concepiti per soddisfare insignificanti smanie di protagonismo ricercate da oscuri e anonimi peones della politica nostrana: individui senza prospettive culturali, incapaci di vedere oltre il loro limitatissimo orizzonte.
Un avvicendamento che di certo non serve alla città, anzi  sarà pure dannoso. Noi non conosciamo i nomi dei beneficiati e poco c’interessano, è inutile sapere chi sono, perché nulla cambia, nulla può cambiare. Anonimamente escono dalla scena alcuni, ed altrettanto anonimamente ne entrano in scena altri. Ma Ernesto Alfonso non ha ancora capito che i cittadini randazzesi ne hanno piene le scatole di lui e dei suoi amici? Non si accorge dell’indifferenza che lo circonda? Nessuno crede più in lui, tranne i sui beneficiati accoliti. Ed allora un uomo che ha un alto senso della dignità, penserebbe seriamente di dimettersi: ma lui no, lui resiste al solo fine di causare la rovina della città.
Come si fa a non capire ciò! Eppure è chiaro, basti pensare che uno dei suoi maggiori sostenitori, il signor Lo Giudice,  è giunto a compiere il gesto estremo di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale.  
Perché lo ha fatto? Alla stampa ha dichiarato per motivi personali: ma anche il più sprovveduto di noi capisce che le ragioni sono politiche.
Un consigliere eletto, con un considerevole numero di voti, si dimette solo perché ha toccato con mano l’incapacità di governo di quelli che presuntuosamente sono rimasti ai loro posti.
Il caso di Lo Giudice non è l’unico, perché, tempo fa, passarono in sordina le dimissioni dell’assessore Lo Presti. Il quale pare sia orientato a non accettare neanche la carica di consigliere comunale, che gli spetterebbe a seguito dei posti lasciati vacanti dai nuovi assessori.
Nonostante tutto questo, Ernesto Alfonso è come il Cieco di Sorrento, non vede, se del caso non sente e tira dritto per la sua strada. Ma ha quest’uomo un pizzico di amore per la sua città, o il suo egoismo è talmente grande da travolgere tutto e tutti?
                                                        Rasputin

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