venerdì 30 settembre 2011

EVVIVA DON BOSCO.

Tra i tanti misteri che sedimentano nell’ormai maleodorante vita politica cittadina, c’è senza dubbio quello riguardante il destino dell’ex collegio salesiano San Basilio. Si dice, ma ne abbiamo precise conferme, che il signor Sindaco si sia incontrato innumerevoli volte con i vertici dell’Ispettoria Salesiana Sicula. L’argomento dei colloqui è stato certamente la restituzione dei locali di proprietà del Comune di Randazzo: ma come siano andati fino ad oggi questi ragionamenti intendati tra le due parti, poco c’è dato sapere. Il fatto certo è che la comunità salesiana non abita più il San Basilio dal 2007: solo il piano terra è utilizzato dalla Cooperativa che gestisce la scuola media e il liceo socio-psico-pedagogico.
Come al solito, a noi sembra, che Ernesto Alfonso si sia mosso, nell’affrontare questa vicenda, con grande difficoltà e con la solita superficialità che gli è propria. Tanto è vero che le due parti da tre anni discutono inutilmente senza trovare uno straccio di accordo. E qui si palesa, come di consueto, l’incapacità del nostro signor Sindaco. Il quale pare si sia incartato, avendo a suo modo raggiunto un mezzo accordo con i salesiani, in base al quale questi avrebbero lasciato definitivamente il San Basilio, a condizione che il comune avesse ristrutturato a sue spese la vecchia sede del GAL Terre dell’Etna e dell’Alcantara, sita in via Sottotenente Fisauli n. 82, di proprietà dei padri salesiani.
Su questo strampalato accordo pare che l’asino sia caduto, infatti i colloqui tanto cordiali e baldanzosi all’inizio, di colpo si sono arenati. E’assai difficile capire come un ente disastrato economicamente come il nostro comune, avesse potuto trovare i fonti per ristrutturare a sua totale cura e spese il locale di proprietà dei salesiani. Forse che Ernesto Alfonso si crede Houdini? Perché egli è un illusionista: ma di quelli mediocri, e in ogni caso non in grado di prendere per i fondelli gli astuti religiosi. I quali ragionano nei termini: “prima pagare poi vedere cammello”.  
In un recente Consiglio Comunale l’argomento San Basilio è stato posto all’ordine del giorno, i nostri amministratori con la solita faccia tosta che li contraddistingue, non solo hanno dato come già cosa fatta la restituzione, ma sono andati anche oltre, spiegando che esiste già un progetto per la ristrutturazione del vecchio e fatiscente edificio.
La gente, in altre parole i nostri concittadini, nella maggior parte non la pensa così e sono piuttosto scettici. I più pensano che il collegio San Basilio una volta tornato nella disponibilità del Comune, farà la stessa fine del monastero di San Giorgio. Sul quale furono a suo tempo inventati mirabolanti progetti di ristrutturazione, con l’indento niente poco di meno di creare un centro universitario europeo. Mai castronerie più grosse furono dette dai nostri politici locali!
Ora è facile che il San Basilio patisca la medesima sorte, Ernesto Alfonso, da mediocre illusionista qual’é, ha fatto credere che la restituzione e successiva ristrutturazione sia possibile o comunque facile da realizzare.
Intanto, registriamo, con grande rammarico, che l’oratorio salesiano chiuso per le ferie estive a tutt’oggi non ha ancora riaperto i battenti. Potrebbero essere  ferie lunghe, ma così non è, perché pare che i padri salesiani abbiano deciso di privarci definitivamente della loro presenza. E dire che quella di Randazzo fu la prima casa salesiana di Sicilia. Ma in una città sì fatta, dove è possibile che ci sfilino tutto nell’indifferenza generale, e quindi senza protestare, a chi interessa se l’oratorio salesiano chiude?
Per la verità alcuni genitori, di figli utilizzatori dell’oratorio, hanno tentato una timida reazione ed hanno pensato di ricorrere al signor Sindaco. Noi, conoscendolo bene, dobbiamo affermare che mai pensata più inutile fu fatta.
In conclusione, l’unica cosa vera è che la nostra città è stata privata di un’altra struttura di utilità pubblica, forse l’unica dedicata ai ragazzi. Un luogo congegnato appositamente per quest’ultimi, munito di due campi da gioco  e quattro ampie sale con ivi ubicati pin pong, calcio balilla, e tutto quanto può servire ad intrattenere i giovani.
Nello sconforto sempre più intenso per la mala sorte della nostra città, non ci resta che utilizzare,  mutuandole, le parole di quella celebre canzone, ove ci si chiede che ne sarà di noi? E il ritornello risponde lo scopriremo solo vivendo. In altri termini consoliamoci dicendo: “finché c’è la salute………”
Il Giaguaro di Tebe.

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