sabato 10 settembre 2011

IL DECAPITATORE.


Un Highlander si aggira minacciosamente per le nostre contrade, un essere politico spietato  tagliatore di teste. Egli si nutre del fenomeno della REMINESCENZA.  Tagliando la testa ad un altro politico riceve  tutto il potere e tutte le conoscenze che il decapitato ha ricevuto durante la sua vita. È come ricevere un sacramento o un forte orgasmo.
Il potere della "Reminescenza" equivale ad una forte tempesta magnetica, le finestre esplodono, le luci vanno in corto circuito, è come se il politico decapitatore si trovasse al centro della tempesta elettrica.  Per acquisire la reminescenza è necessario che l’highlander proceda alla decapitazione politica mediante ritiro delle deleghe, inoltre è necessario che il tagliatore di teste sia  un firrarelliano, perché se il decapitatore è un politico qualsiasi la reminiscenza va sprecata e si perde nel cielo.
Noi abbiamo scoperto di avere un Highlander politico: il suo nome è Ernesto Alfonso. Egli con spietata crudeltà ha ripreso la sua vocazione di tagliatore di teste: pratica a lungo esercitata e perfezionata dieci anni fa.  Oggi egli è talmente bravo che il decapitato si ritrova con la testa mozzata senza che se ne accorga. Una tecnica sopraffina, perfezionata negli anni, gli permette di compiere operazioni di amputazione con grande maestria senza che il malcapitato patisca alcuna sofferenza.
Certo viene da chiedersi perché decapitare sempre gli stessi? Forse che gli stessi sono appartenenti a qualche congrega di flagellanti?  Forse è gente che prova piacere ad essere mutilata. Sì perché al Vice Sindaco la testa gli era stata tagliata già dieci anni fa. Ma poi questo, quante teste ha per permettersi il lusso di farsene tagliare una ad ogni sindacatura di Ernesto Alfonso?
Resta da capire il perché se uno è trattato a pesci in faccia,  poi si prodiga per far rieleggere chi lo ha maltrattato? Un vero mistero!
Dell’altro decapitato meglio non parlare, brava persona per carità, ma poco esperto delle cose della politica.
Singolare è il siparietto a cui abbiamo assistito nei giorni a seguire l’esautorazione, e che è stato riportato anche dalla stampa locale. I decapitati hanno fatto prontamente intervenire l'onorevole Falcone, il quale ha tentato di ricordare ad Ernesto Alfonso gli impegni assunti con l'accordo sottoscritto nel 2008. Evidentemente non conosce Ernesto Alfonso e la sua faccia tosta, tanto è vero che nella risposta data all'onorevole Falcone, egli riesce a negare anche l'evidenza.
Ritiene il decapitatore di essere non solo al centro dell'universo, ma anche di essere un individuo superiore e perciò autosufficiente. Pensa il “divino” che il consistente aiuto datogli nelle ultime elezioni dal Gullotto, e dall’intero gruppo di Alleanza Nazionale,  sia cosa marginale.
I cortigiani dicono che, anche senza aiuto, il loro Sindaco avrebbe vinto lo stesso grazie al suo fascino irresistibile, al suo sguardo magnetico che ipnotizza le folle: forse si è convinto Ernesto Alfonso di assomigliare a quel tale, che si affacciava dal balcone, e con la sua oratoria straripante e la sua mimica forviante riusciva a trascinare le masse. 
Inoltre, come il capo supremo Berlusconi, egli ha un concetto padronale della politica. Muovendosi come un signorotto d'altri tempi, che gestisce ciò che suo come meglio gli pare, ha provveduto motu proprio a nominare il coordinatore del “suo” partito.  All'appunto mosso dall’onorevole Falcone ha risposto quasi stizzito: “Tutti a quei tempi furono d'accordo su Bertolo coordinatore”. A quali tempi si riferisce lui solo lo sa.
In una missiva del capogruppo di Alleanza per Randazzo, ragioniere Franco Minissale, datata 30 agosto 2011, diretta ad Ernesto Alfonso, lo scrivente pur essendo parte della maggioranza che lo sostiene, lamenta la scarsa sensibilità istituzionale del signor Sindaco, avendolo reso edotto della decapitazione del Gullotto solo tramite sms. Continua il Minissale: “Cosa c'è dietro tutto questo? Qual è l'oscuro disegno politico suo o di qualche suo suggeritore? E' forse quello di annientare questo gruppo consiliare perché ribelle, recalcitrante e non in linea con i suoi dictat?”.
Questo documento che è un atto d’accusa nei confronti di Ernesto Alfonso da parte di chi lo ha sostenuto fino  all'altro ieri, rappresenta la radiografia dell’insostenibile vicenda politica attuale della nostra città.
Gli stregoni della politica e i piccoli despoti di campagna hanno colpito i centri vitali della vita cittadina. Dice sempre il Minissale: “Oggi mi chiedo, ma lo chiedo soprattutto a Lei, quale sia l'effettivo ruolo politico-amministrativo dei componenti la sua maggioranza. E' forse quello di andare in Consiglio Comunale per alzare semplicemente la mano approvando tutto quello che Lei ci sottopone senza mai discutere prima? O come intende Lei, magari suggerito da qualche avveduto “stratega” politico affermando che la Giunta è una cosa e il Consiglio comunale è un'altra, limitandosi quest'ultimo, secondo il suo strano modo di interpretare la Legge, solamente approvare, sic et sempliciter tutto quello che lei e la sua Giunta venite a propinarci.”
Parole come macigni che dicono tutto e ci fanno capire con chi abbiamo a che fare: un manipolo di individui che ritiene la gestione della pubblica amministrazione un fatto privato, dove si può fare tutto quello che si vuole. 
La  citata lettera è un ardimentoso atto di coraggio da parte del Minissale, che riscatta l’onore del suo gruppo consiliare e dei due membri della Giunta defenestrati. Al capo gruppo di Alleanza per Randazzo facciamo i complimenti per la chiarezza espositiva e la sostanza delle argomentazioni  addotte. Riteniamo, in seguito, di pubblicare integralmente il testo della missiva, che può rappresentare un momento di svolta nei rapporti all’interno del PDL randazzese.
Leggendola qualcuno dirà finalmente, ma per noi, precursori dei tempi, la lotta di liberazione è già in atto, adesso aspettiamo, che tutti quelli che ritengono d’essere stufi di questo stato di cose, facciano anche la loro parte.  
Rasputin

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