giovedì 16 dicembre 2010

IL GIRONE IMMAGINATO.

Chi sono costoro, tenuti in sì misera condizione, chiese il trapassato alla sua guida. Costoro, disse la guida, sono i cattivi amministratori, gli approfittatori sociali, quelli che invece di ricercare la giustizia e l’eguaglianza tra gli uomini hanno solo perseguito il loro interesse personale.
La loro condizione era spaventosa. I poveretti in posizione supina erano infilzati da tergo, con lunghi forconi da parte d’altri trapassati.
Essi, continuò la guida, sono condannati per l’eternità a subire quest’atroce destino. E quegli uomini che senza pietà li infilzano chi sono, chiese il trapassato. Rispose la guida: sono i loro amministrati, quelli che hanno subito le angherie, le prepotenze, le insolenze; quelli che inutilmente hanno chiesto giustizia e in cambio hanno ricevuto bistrattazione e indifferenza.
La storia potrebbe continuare, ma é meglio fermarci qui. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, ma questa  è la fine che nell’aldilà potrebbero fare i cattivi amministratori.
Potrebbe, infatti, esserci un girone dell’inferno tutto per loro, dove i cittadini, maltrattati da vivi, così si rivalgono sui loro amministratori. Chissà perché il sommo poeta, pur avendo collocato in malo posto, i cattivi politici suoi contemporanei, non abbia mai pensato per loro ad una punizione del genere. 
Tutto questo per dire, che quando il potere diventa arrogante e sordo alle richieste dei più deboli, non vi è altra via che sperare in una punizione eterna.
Sì, perché a volte il sistema democratico non ha in se gli anticorpi giusti per cacciare via ciò che lo infetta, e vani risultano gli sforzi di uomini di buona volontà che abbracciano gli ideali dell’uguaglianza e della giustizia sociale. Qualcuno dirà che è un ragionamento da gente di sinistra, ma tali siamo, e a prescindere dalle etichette, non possiamo andare contro la nostra stessa natura.  
Per tornare al nostro piccolo villaggio, dove in molti si credono Tartarino da Tarascona, vogliamo, in questo fine d’anno, fare un plauso a due consiglieri della minoranza. Il consigliere Anzalone per il quale abbiamo sempre espresso stima e simpatia, e il consigliere Pillera per il quale oggi più che mai esprimiamo stima, rispetto e solidarietà.
A nostro giudizio, il consigliere Pillera è, al momento, uno dei rari barlumi di luce che s’intravede nel buio profondo di una vicenda politica tra le più nefaste degli ultimi anni. Un ragazzo che con grande educazione e compostezza dice le cose giuste, esponendole con serietà e cognizione di causa: essendo egli sempre documentato. Verità scomode, che nessun altro consigliere conosce o che ha il coraggio di dire. Fatti che gli altri, i “Facci Mucciati”, apprendono con fastidio, bollandoli come inutili e insignificanti: ma non perché sono tali, bensì, perché disturbano il gran manovratore Ernesto Alfonso.
Non si preoccupi l’amico Pillera se a causa di questo suo giusto atteggiamento è inviso al potere, gli basti sapere che egli è persona retta, bene educata e che ha la giusta e corretta percezione della sua dignità di uomo libero. Dignità civile e umana, che egli pone come valore massimo e lotta per preservarla.
Non si preoccupi delle liste di proscrizione di Ernesto Alfonso, nelle quali ci siamo anche noi: esse sono inefficaci perché il confino è stato abolito con l’instaurazione del regime democratico. Di conseguenza noi dobbiamo ritenerci fortunati, mentre i nuovi persecutori sfortunati, perché non possiedono strumenti coercitivi per chiudere la bocca a chi dissente.
Dissentire è arte nobile e difficile, che non ha mai portato benefici, ma solo guai a chi la pratica. Però è solo attraverso il coraggio di dissentire che gli uomini liberi hanno cambiato, in bene, le sorti dell’umanità.  Ad Maiora Semper.
 (Chi vede un gigante esamini prima la posizione del sole e faccia attenzione a che non sia l'ombra d'un pigmeo. Novalis).
                                                                        Rosso di Sera


 

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