sabato 18 dicembre 2010

NUOVI ASCARI.

In fondo noi randazzesi  lo abbiamo sempre saputo: “Un'ora segnata dal destino”  ha sempre battuto nel cielo della nostra Randazzo! Peccato che abbiamo sempre guardato l'orologio sbagliato.
Puntualmente è arrivato l’ordine di mobilitazione, gli ascari locali del PDL si preparano. Metteranno le loro mostrine e si faranno vedere in prima fila, per poter poi sedere al tavolo della spartizione a guerra vinta.                              
Loro, quelli del PDL, una progenie di uomini riciclati come nuovi, che avrebbe dovuto cambiare il destino delle nostre esistenze. I salvatori della patria, quelli che avrebbero certamente risollevato le sorti della nostra città, i nuovi geni della politica, i vecchi lacchè sempre buoni per tutte le stagioni. A questa gente, sbagliando, abbiamo affidato per cinque anni le sorti della città. Questi uomini politici ritenuti in grado di fare grandi cose, hanno fallito miseramente. Oggi li vediamo affogare nella loro stessa incapacità, ignoranza, ingordigia, presunzione e insolenza. Questi uomini che invece di pensare al bene comune,  riescono appena, in maniera pusillanime, a guardare solo al loro tornacontismo politico.
Ed allora eccoli pronti a rispondere alla chiamata alle armi, da amministratori a guerriglieri di Firrarello, pronti a cimentarsi nella battaglia contro il presidente Lombardo.  Da nuovi geni della politica a nuovi “ascari”, pronti ad occupare le prime file dell’esercito con le mostrine luccicanti sulle spalline.
Una guerra cruenta, senza esclusione di colpi, che alla fine non farà prigionieri, ma gli esiti della guerra sono incerti, chi tra i due contendenti alla fine vincerà non c’è dato sapere. 
La nostra classe dirigente (sic!) combatte nel campo firrarelliano: senza risparmiarsi  risponde ad ogni chiamata del capo e signore. Guelfi e ghibellini (lombardiani e firrarelliani), armeggiano ormai da qualche tempo e le conseguenze ricadono solo su noi cittadini, e non è vero che la guerra resti fuori dall’ambito istituzionale. Noi randazzesi  abbiamo, in questi anni costatato, come questa guerriglia ci abbia danneggiato. Il nostro signor Sindaco non è bene accetto nelle stanze del governo regionale, perché schierato con la parte avversa al presidente Lombardo. E ciò è dimostrato dall’incontestabile evenienza che mai come in questi anni il governo regionale è stato così distante dalla nostra città.
Ma noi che apparteniamo ad altra stirpe politica, certamente idealisti, ma profondamente onesti intellettualmente, mai ci saremmo sognati di promettere in campagna elettorale ogni ben di Dio.
Per questo noi non sappiamo, se è vero ciò che dice Firrarello o  ciò che di converso sostiene il direttore generale dell’ASP di Catania; noi non sappiamo se è vero o no che l’ospedale di Bronte chiude, o se tutto ciò fa parte dei piani di battaglia dell’una o dell’altra parte.   
Di certo sappiamo che la retorica vuota, inutile, mistificatrice di Ernesto Alfonso ha irretito a suo tempo una parte maggioritaria della città. Forse a volte, noi randazzesi, ci  illudiamo  di essere l’ombelico del mondo. Ed è per tale ragione che ogni tanto ci piace credere a incantatori di serpenti che ci parlano di ore, di destini e di fulgide conquiste. Peccato che come al solito sbagliamo orologio.
                                                                Il Giaguaro di Tebe

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