venerdì 16 luglio 2010

LA FRECCIA Multimediale.



(immaginaria lettera mai spedita da un elettore ad un eletto in un qualsiasi partito di maggioranza, precisando che il destinatario della presente non esiste nella realtà, ne è definito il luogo e il tempo, pertanto tutto è solo frutto della fantasia di chi scrive. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.).
Caro Amico,
sono lieto di ComunicarLe d' aver mantenuto la mia promessa: alle ultime elezioni amministrative ho votato per Lei.
Mi consenta, ora, di SpiegarLE le ragioni che mi hanno indotto a votare così onninamente per Lei.
Da quando la conosco Lei, o meglio chi per Lei ha dimostrato di possedere una rara, superba coerenza, nel stare sempre sopra il carro vincente. Quanti hanno avuto il piacere di conoscerla hanno potuto notare un profondo attaccamento alla sua primigenia arretratezza culturale, alimentata da un divertito disprezzo per chi ha commesso l'imperdonabile leggerezza di sfogliare, in vita sua, qualche migliaio di libri.
Non sarebbe nel giusto, però, e denoterebbe un taglio mentale estremamente fazioso, chi derivasse, da questi rapidi appunti sulla Sua personalità, un'errata opinione sui titoli ufficiali che Ella detiene: come se anche Lei, caro Amico, non avesse ghermito, a suo tempo, una licenza liceale, né successivamente agguantato una laurea. In una parola sbaglierebbe irreparabilmente colui che si astenesse dal salutarla, o dall'invocarla col titolo di dottore. In un Paese di “dottori” come il nostro, sarebbe quasi un volerLe togliere la nazionalità o il diritto di cittadinanza.
Altro errore, sarebbe poi quello di considerarLa uno sprovveduto integrale, un incapace affetto da indomabili tare lombrosiane. Niente di più falso, perché anche Lei, come tanti, soggiace spesso ai Suoi bravi attacchi d'intelligenza provvisoria. In quei rari momenti, Lei si mette a tremare e, preso dalla febbre terzana, viene travolto dallo sforzo di trovare le parole per farsi valere. Quando riesce a trovarne qualcuna la esce di bocca con una foga tale da fare seriamente temere per la stabilità dei Suoi incisivi e canini. Stremato da tali infarti intellettuali, Lei si fa alla fine un impacco di idiozia e riacquista così la minacciata salute.
A mio avviso sbaglia chi l'accusa anche d'infantilismo. Perché ci sono vari modi dell'infantilismo e Lei ha maturato il suo: che ora è un infantilismo adulto, porta i pantaloni lunghi e, soprattutto, ha trovato un ruolo politico importante. Lei prima aveva delle istanze un pò vaghe. Ora si e messo, pardon le hanno messo, addosso un ruolo che assomiglia a quei vestiti che si comperano belli e confezionati, sbagliando la misura, e perciò Le va un po' largo, Le balla avanti e dietro, La fa sembrare un trapano.
A questo punto, caro Amico, mi consenta di concludere. In questa breve lettera, vede, io ho cercato di spiegarLe le regioni per cui Le ho dato il mio voto, e tali ragioni non sono ancora venute alla luce. Eccole alfine. Quasi sempre, quando un elettore, dà il proprio voto a qualcuno, conosce assai male il candidato prescelto. Di solito si affida, con una sorta di bruto sanfedismo, a quei motivi apolegetici, un pò troppo vaghi e generici, che ogni candidato sa bene o male creare intorno a se stesso. Per modo che, l'elettore si reca alle urne servendosi di una specie di agiografia fornitagli da quegli stessi che ne mendicano il voto. Vota, ripeto, conoscendo assai poco, o malissimo, la persona alla quale concede la cosiddetta preferenza.
Io, invece, posso dire con orgoglio d'aver votato per Lei, perché La conoscevo benissimo. Ho voluto influenzare, con il mio voto il suo destino, poiché un uomo come Lei, un intelligentone come Lei, alla luce e meno pericoloso che all'ombra: consideri dunque il mio voto, La prego come uno di quegli ortaggi che si lanciavano agli attori mediocri che calcavano i palcoscenici dei teatri sgangherati di provincia e che non avevano la capacità né di fare ridere e né di fare piangere.
Un suo immaginario elettore

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