sabato 10 luglio 2010

L'ESPERTO.


Prendiamo un tipo qualunque di politico sempre abbarbicato sul carro del vincitore, osserviamolo da vicino: di dove viene?, chi e? cosa fa? chi l’ha scelto? come è arrivato ad occupare cariche elettive?
A cercare bene si scopre un individuo modesto, magari un piccolo impiegato o un principiante dell’arte di arrangiarsi, che da anni cercava di farsi strada, di attirare su di sé l’attenzione per uscire dall’ombra grigia di una vita minuta. Egli si affannava a salutare questo o quello, distribuire dolciumi a parenti ed amici, regalare piante e fiori ai conoscenti. E, come meglio poteva, stava al corrente dell’ideologia in voga: ora imparava una parola nuova, ora un’altra, per infilarla nei suoi discorsi. Dagli oggi, dagli domani, riusciva finalmente ad entrare nelle grazie dell’altissimo.
Il più era fatto: ora gli toccava servire la causa con zelo e furbizia.
Cosa rappresentava nella sua piccola città di provincia quel piccolo impiegato? Nulla. Egli era uno dei tanti postulanti al seguito del potente di turno; non aveva fatto nulla di particolare; aveva conseguito un modesto diploma di scuola media superiore; aveva letto il giornale ogni mattina; era stato in villeggiatura qualche volta e conosceva forse qualche parola d’inglese.
Poi finalmente, durante un banchetto era riuscito a sedere alla destra del senatore. A quel senatore piacevano molto i funghi di ferla; ne aveva parlato a tavola. All’indomani, il nostro personaggio gliene spediva un paniere, unendovi un biglietto che, Dio solo sa quanta fatica gli era costato a scriverlo. Da quei funghi era nata una salda amicizia che aveva dato i suoi frutti. Ecco tutto.
Se cerchiamo nella vita di questo modesto impiegato altri meriti, non li troviamo. Ma da tempo egli è un politico importante. Ed è anche un esperto, un esperto in agraria, per via di quei famosi funghi.
                                                                                                     Rosso di Sera

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