venerdì 13 agosto 2010

PASTICCIO ALLA RANDAZZESE.




In questi giorni sono stati notificati i primi accertamenti concernenti la TARSU (Tassa rifiuti solidi urbani). Dicono si tratti di quasi duemila avvisi d’accertamento, per un totale, comprensivo di sanzioni ed interessi, che si avvicina ai due milioni di euro.
Vorremo chiarire brevemente alcuni punti, scusandoci in anticipo, se in certi frangenti dovremo fare sfoggio di nozioni tecniche, che potrebbero essere ad alcuni incomprensibili: ma è necessario per garantire completezza ed attendibilità alle argomentazioni.
La prima domanda che sorge spontanea è: ma c’è veramente tutta l’evasione accertata?
Noi crediamo francamente di no! Siamo convinti che quest’amministrazione pasticciona, incompetente, tornacontista e dannosa per la città ne ha combinata un’altra delle sue.    
Per prima cosa i cittadini devono sapere che l’accertamento non è effettuato dagli uffici comunali, ma da una società esterna, che incrociando i dati del catasto con quelli delle dichiarazioni procede alla verifica. La società appaltante guadagna una percentuale sul riscosso, il che significa che ha tutto l’interesse ad accertare quante più possibili presunte evasioni Tarsu, con l’obiettivo di massimizzare i suoi ricavi. Costringendo tra l’altro i cittadini a dover eventualmente dimostrare che gli accertamenti effettuati non siano del tutto veritieri.
Facciamo un esempio: la tassa in questione è pagata dall’utilizzatore dell’immobile, che può essere l’affittuario, il quale non risulta in Catasto. In questo caso il proprietario o altro titolare di diritto reale che è l’intestatario catastale, per la società in questione è evasore; ed ecco che scatta l’accertamento. Per quell’immobile a pagare la TARSU è l’affittuario, l’accertamento notificato al proprietario è sbagliato: vale a dire nullo. 
Non c’è niente di male, direbbe sicuramente il signor Sindaco, basta andare in ufficio e far constatare l’errore. Giusto! Ma se si tratta di un lavoratore dipendente, la giornata perduta gliela rimborsa il signor Sindaco?
Il sistema d’accertamento di cui sopra è stato utilizzato da pochi comuni, Randazzo è fra questi. A spiegare la ragione dello scarso utilizzo è l’imprecisione del sistema; basti pensare che il Comune di Oria (BR) dopo essersi reso conto del pasticcio combinato, ha deciso di rescindere il contratto con la società appaltante (tale Soget SPA), e convenire in giudizio la detta società per il risarcimento dei danni. In quel Comune, dalla maggior parte dei contribuenti considerati evasori nulla era da pagare, e pertanto questi avevano dovuto ricorrere all’autotutela, invadendo l’ufficio competente con istanze e contestazioni. 
E’ facile rilevare dagli avvisi notificati che gli accertamenti si dovrebbero basare sulle planimetrie delle unità immobiliari urbane fornite dall’Agenzia del Territorio. A tale scopo, pur trascurando che la documentazione catastale,  non fa fede neanche per l’attestazione di proprietà, chiediamo una riflessione su quanto ci apprestiamo a  rilevare in seguito.
Le planimetrie catastali rappresentano le unità immobiliari in rapporto 1:200, non essendo quotate, comporta una serie di imprecisioni: in fase di redazione delle planimetrie non è possibile rappresentare con esattezza quantità inferiore a 20 cm per misurazione, e quindi anche successivamente non sono possibili con esattezza rilevare le misurazioni dei lati che definiscono i vani e quindi permettere il calcolo esatto delle superfici, ad esempio ci chiediamo come si rappresenta o come si rilevano 8 cm. Inoltre l’Agenzia del Territorio nel trasferire le planimetrie in formato informatico ha eseguito l’operazione di scannerizzazione, operazione che non è esente da ulteriore errore. Da queste planimetrie la struttura preposta ha determinato, con un sistema computerizzato non vettoriale, quindi  affetto da altro errore, le superfici delle unità immobiliari.
Le superfici così determinate, raffrontate con quelle dichiarate hanno definito il “marchio” di “evasione connessa ad infedele presentazione della dichiarazione”.
Allo stato dei fatti oggi i Randazzesi hanno solo tre possibilità: nominare un tecnico per verificare le reali superfici e produrre la planimetria quotata dei locali; far ricorso  alla  Commissione Tributaria Provinciale, o dover pagare quanto stabilito dagli avvisi d’accertamento. Molti concittadini così definiti “infedeli” soprattutto i più deboli e indifesi, che non hanno molta dimestichezza con la materia (pensionati, disoccupati, ecc..), considerato i costi non trascurabili sia per il tecnico e sia per il ricorso, preferiscono pagare le somme richieste ingiustamente, accompagnate con “fiorite” imprecazioni.
Facciamo rilevare che in Sicilia solo i cittadini di Randazzo e di qualche altro Comune si trovano con queste problematiche, ovvero accertamenti eseguiti con queste procedure.
Mentre nella maggior parte dei Comuni dove sono stati posti in essere metodi di accertamento diversi, si è proceduto al recupero della reale evasione, senza creare tutti gli inconvenienti lamentati.
Un altro aspetto fondamentale della questione è quello della copertura dei costi del servizio di smaltimento rifiuti. La legge impone che i proventi della Tarsu debbano essere interamente destinati alla copertura dei capitoli di spesa per la raccolta e lo smaltimento dell’immondizia, perciò i Comuni non possono incassare somme superiori rispetto al costo effettivo del servizio. Eventuali maggiori entrate, anche per gli anni pregressi, a seguito di operazioni d’accertamento come quella in corso a Randazzo, non possono essere destinate ad altri capitoli di bilancio, ma devono essere restituite ai cittadini, magari attraverso la riduzione delle aliquote della tassa rifiuti. A questo punto, noi dell’Italia Dei Valori, chiediamo quantomeno che l’amministrazione comunale, per rimediare al pasticcio commesso, s’impegni a destinare le somme introitate con l’operazione d’accertamento Tarsu ad una riduzione delle aliquote fiscali nel prossimo bilancio.
Non inizino, pertanto, a sfregarsi le mani i signori amministratori, perché le somme recuperate non possono essere utilizzate per altri fini, e non venga al Tremonti di turno l’idea di fare qualche giochetto di bilancio. Noi saremo vigili, e non esiteremo a ricorrere a qualunque mezzo a nostra disposizione per evitare che ciò si realizzi.
                                                         ITALIA DEI VALORI RANDAZZO

Nessun commento:

Posta un commento