venerdì 9 aprile 2010

NOIA INFINITA.


Sfinito, stanco, demoralizzato: non dà più segni di vita. Che sia sul punto di gettare la spugna? Potrebbe anche essere. Certo è, che la mancanza di reazione, di vivacità politico-intellettuale, da parte del nostro signor Sindaco é veramente preoccupante. Vuoi vedere che si tornerà al voto prima di quando tutti noi pensiamo? Certo sarebbe un fallimento politico per lui, ma un salutare balsamo per la città e i cittadini tutti. Se Lui fosse capace di compiere quest'atto di altruismo e amore verso la comunità cittadina, noi saremmo i primi a dargli atto di grande coraggio e onestà intellettuale.
Del resto così va la vita, alle volte ci si ritrova invischiati in situazioni complicate e inestricabili. Può capitare ad ognuno di noi nella vita di tutti giorni, quello che al signor Sindaco è capitato nella vicenda politica attuale. Ed allora diventa inutile qualsiasi sforzo, tutto si vanifica, ogni sacrificio è inutile, ogni buona intenzione, è solo quello e nulla più.
Difronte a questi fatti della vita incaponirsi e perseverare diventa un mero esercizio inutile, parossistico, a lungo andare sfibrante e noioso.
Cosa può fare in questi casi un qualunque individuo dotato di normale buon senso? semplice: gettare la spugna.
A volere essere schietti non vi è nulla che possa giustificare questa ostinata perseveranza, salvo malignamente ritenere che l'indennità percepita possa essere l'unica plausibile ragione.
Neanche la gestione del potere può costituire una valida motivazione, perché è un potere striminzito, mutilato, a volte fine a se stesso, inutilmente o dannosamente esercitato.
Ed allora è naturale pensare a ragioni “volgari” allo “sterco del diavolo”, entità da tutti odiata, ma da tutti ricercata; perché non dire che gli uomini siamo tutti eguali e là dove l'esercizio del potere non è qualcosa di eccezionale, vi è sempre la consolazione del vil metallo che sopperisce a tutto.
Del resto ora che la montagna ha partorito il topolino, e finalmente abbiamo veduto, constatato che anche la cosiddetta bambinopoli è un'idea piccina piccina, e non poteva essere diversamente, perché questa classe dirigente ha una visione limitata delle cose e della vita. E dire che il signor Sindaco ne fece una questione di principio, tirò in ballo una patetica e puerile istanza che gli veniva dai bambini che in ogni luogo incontrava. I quali gli andavano dietro, neanche fosse stato don Bosco, e con voce supplichevole chiedevano la realizzazione della bambinopoli di piazza Loreto. Fu allora che il signor Sindaco mosso a pietà da tali pressanti ed insistenti richieste decise di realizzare la grandiosa opera. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, si potrebbe concludere come le favole di una volta “e tutti vissero felici e contenti”.
E' la noia che avanza, la noia che devasta la nostra creatività, la nostra immaginazione, il nostro talento. Vuoi vedere che Ernesto Alfonso lo fa apposta, si limita all'indispensabile o a porre in essere idee ridicole, per non darci materiale su cui scrivere. Se è così, è proprio una furbizia senza pari, un astuto stratagemma per indurci alla noia, per farci annegare nel maligno mare dell'ozio, dell'indifferenza. Ma noi non ci caschiamo e continueremo a scrivere; se saremo anche in grado di parlare del nulla, del niente, che è l'unica cosa che Ernesto Alfonso propina alla città.
                                                                                            Rosso di Sera.

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