sabato 20 febbraio 2010

LA REPLICA TELEVISIVA.


Lo spazio autogestito messo in onda la sera del 10 febbraio, ha consentito ad Ernesto Alfonso il Sindaco, di potere replicare alle critiche che da più parti provengono. In particolare il primo cittadino ha voluto rispondere, per tentare di porre riparo alla cattiva figura rimediata, alle argomentazioni sostenute nell'assemblea del 6 febbraio organizzata dal PD.
Nel suo intervento televisivo, per prima cosa ha mostrato il famoso libretto da noi spesso citato ed indicato come il libro delle illusioni. Dopo averlo ostentato alle telecamere, come se si trattasse del vangelo (sic!), lo posa sul tavolo e incomincia a sfogliarlo. Indi, ci spiega che il preambolo è una sorta di ragionamento politico, e poi sbotta dicendo che non tutto quello che lì sta scritto è realizzabile.
Per la prima volta ci confessa che di molte delle cose pensate e scritte, non era certa o addirittura possibile la loro realizzazione.
Poi tralascia il fallace scritto e inizia ad elencare tutta una serie di cose realizzate, ma che per la verità, ha il pudore di precisare che risalgono al passato, facendo capire che il prof. Agati per sua negligenza o incapacità non era riuscito a rendere operative.
Scende nel particolare Ernesto Alfonso, riferendosi alla CONSEGNA delle case popolari, già a suo tempo realizzate. Bello sforzo si direbbe! Le case erano costruite, la graduatoria era formata, e pertanto il minimo che poteva fare era consegnarle.
Poi ci spiega che la caserma dei vigili del fuoco verrà utilizzata quanto prima, ed anche lì c'è da obbiettare che è un opera già da lui trovata bella e pronta.
Cita altre cose, come l'ammodernamento della strada statale 120, rispetto al quale ci sia consentito di mantenere molte riserve, scaturenti dalla notevole difficoltà di potere intervenire compiutamente, su un tracciato che non da questa possibilità. Se il progetto portato avanti è quello che già conosciamo, si tratta di spendere una cifra enorme solo per eliminare quattro curve, pertanto è certo, che con quegli interventi, la statale 120 non diventerà mai una moderna strada a quattro corsie.
Meglio sarebbe stato, visto il cospicuo finanziamento, pensare ad una superstrada veramente degna di essere tale, da realizzare ex-novo.
Molte altre cose ha detto il signor Sindaco, ma nel complesso, valutando le cose da lui esplicitate, si può sostenere: nulla di nuovo sotto il cielo!.
Poi non tralascia, il signor Sindaco, di dare qualche opportuno avvertimento: affermando che alcune delle cose dette, nell'assemblea cittadina, sono soggette al vaglio per un'eventuale azione giudiziaria. In effetti il nostro primo cittadino, se ponesse in atto il suo intendo, diverrebbe come quel personaggio letterario, che a ogni piè sospinto ricorreva dall'avvocato, tanto che questi, per non averlo continuamente tra i piedi, gli aveva regalato un bel codice, affinché si potesse servire da sé, evitando di importunarlo per ogni singolo atto considerato irriguardoso della sua persona. Esprimiamo, comunque, tutta la nostra solidarietà, il nostro sostegno, un senso di fratellanza e compenetrazione, nei confronti di chi dovesse essere oggetto delle molestie giudiziarie da parte del signor Sindaco.
Impari Ernesto Alfonso, che la libertà di pensiero, nonché la libera espressione delle opinioni, in qualunque sede manifestate, vanno salvaguardate prima di ogni cosa, perché costituiscono l'essenza stessa della democrazia. Sappia, inoltre, che se un uomo è talmente intriso di amor proprio, da non sopportare alcuna forma di critica venga mossa al suo operato, farebbe bene a non assumere cariche pubbliche, trattandosi questa di cosa che non gli è stata certo ordinata dal medico.
Comunque la verità è che i nostri amministratori sono tanto restii ad accettare le critiche. Essi, scimmiottatori del superuomo nietzschiano, non si rassegnano ad essere criticati e redarguiti, come se avessero colto il fiore di una improbabile infallibilità, che proprio non gli si addice.
La parte più interessante del discorso è quella finale, ove il signor Sindaco, dismesse le mentite sfoglie del superuomo, dice di essere un uomo normale, con i suoi limiti e difficoltà: in tutto simile ad ognuno di noi. E che pertanto nulla può fare per l'occupazione, perché c' è in atto una crisi mondiale da lui non certo causata. E' un atteggiamento inaspettato da parte di un uomo che sempre ha ostentato sicurezza, soprattutto in campagna elettorale: potrebbe essere la sua conclusione. L'inizio della fine di un politico che non intravede più un futuro per la sua carriera: un capitolo forse già chiuso in anticipo, certificato dal fallimento politico in atto.
La netta sensazione la si coglie nelle parole ed espressioni usate, caratterizzate dalla smania di discolpasi e giustificarsi con la cittadinanza; che fanno trasparire la voglia di refluire nella massa per confondersi, abbandonarsi, quasi scomparire, onde non essere più molestato in questi tre anni che gli restano come amministratore: per poi levare definitivamente il disturbo.
Lo stesso riferimento ai sacrifici della sua vita lavorativa, hanno il senso di voler quasi sollecitare una sorta di pietas popolare, che possa indurci ad usare un metro di comprensione che fino ad oggi non abbiamo avuto nei sui confronti; come per voler creare un diffuso sentimento, che ci induca ad accettare tutte le giustificazioni da lui sostenute.
Comunque gli amici del PD hanno dimostrato, nell'occasione, di essere assai tolleranti, perché le modalità della partecipazione all'assemblea del 6 febbraio, da parte del Sindaco e dei suoi amici, non sono state certo un esempio di buona creanza politica.
Anche noi dell'Italia dei Valori, siamo orientati a organizzare, quanto prima, un'assemblea pubblica, e siccome siamo più intemperanti, rispetto a quelli del PD: un'eventuale presenza del nostro signor Sindaco e dei suoi amici, potrebbe essere accolta con un corale sibilo o rumore sgradevole, che si ottiene unendo il labbro inferiore a quello superiore ed inframmettendo tra di essi la lingua, per poi soffiare con tutta la forza che si ha in corpo. Suono sgraziato, che è meglio descritto dal sommo poeta alla fine del XXI° canto dell'inferno allorché, cosi si esprime: “ed elli avea del cul fatto trombetta.”
Sappia, pertanto, sin da ora, il nostro signor Sindaco che una sua eventuale presenza ad iniziative organizzate dal nostro partito è particolarmente sgradita.
                                                                                                      Rosso di Sera.

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