giovedì 28 gennaio 2010

LA CESTA della cartaccia



Il consigliere X ha poca simpatia per l'assessore XZX, il cui viso trafilato e lugubre lo esaspera. Un giorno, mentre costui si accingeva a prendere parola esclamò: “Chi mai ha autorizzato costui a fare uscire la sua testa dai pantaloni?”.


L'avvocato Ferdinando Basile, riferendosi ai consiglieri comunali, era solito dire: “le più belle trenta teste ...... della città di Randazzo”, se avesse avuto la possibilità di vedere quelli attuali, il suo innato senso dell'ironia sarebbe andato a nozze, per il divertimento di tutta la città.

“Io vivo sempre sulla barricata”, disse il signor Rubistein. Sempre è vero. Ma sempre sulla barricata dei vincitori.

Il signor G. mi racconta con somma gioia, di avere, a seguito del nuovo regolamento di polizia mortuaria, acquistato un avello al cimitero, “fra tutta gente per bene e con l'esposizione a mezzogiorno”. Perché ridere? E' giusto che le ambizioni e i piaceri della vita si prolunghino dopo la morte.

Le melliflue effusioni del noto uomo politico locale signor cav. XXXY, sono quanto di più sgradevole possa capitarci in un giorno qualunque.

I discorsi di Ernesto Alfonso, non sono che una ridda di contraddizioni, ma questo gli procura l'ammirazione dei suoi fedelissimi; “Quanta varietà di argomenti”, dicono stupefatti.

Una buona politica non esiste; esiste solamente la politica che riscuote successo. Quella di Ernesto Alfonso, per esempio è cattiva.

Il popolo è un sovrano privo di memoria; perdonare gli è facile come dimostrarsi ingrato. I nostri amministratori, sapendolo, passano i cinque anni ad occuparsi dei loro affari e negli ultimi mesi assumo provvedimenti che fanno felici gli elettori, anche se questi dovranno pagarne le spese in seguito (vedi il rifacimento della via Regina Margherita realizzato con un prestito bancario contratto dal Comune).
                                                                                    Rosso di Sera


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