venerdì 15 gennaio 2010

L'EX CINEMA MODERNO E LA SVENDITA DEI BENI COMUNALI.


A sentire i discorsi del nostro Sindaco in campagna elettorale, si poteva tranquillamente dedurre che la ristrutturazione del cinema moderno fosse cosa semplice e di immediata fattibilità. Se non ricordiamo male, disse allora il signor Sindaco, che aveva ricevuto rassicurazioni sulla esistenza del finanziamento e pertanto si trattava solo di richiederlo.
Era talmente sicuro di ciò che sosteneva, da inserire nel programma la ristrutturazione dell'ex cinema e, con la disinvoltura di chi ha solo certezze, spiegava in maniera dettagliata l'uso che ne avrebbe fatto, scrivendo sotto la voce - CENTRO CULTURALE POLIVALENTE quanto segue: “Bisogna offrire maggiori opportunità di incontro per i cittadini, soprattutto per i giovani e gli studenti, realizzando una sede per favorire lo sviluppo della vita intellettuale. Daremo una forte accelerazione per la ristrutturazione dell’ex “Cinema Moderno” (già finanziato dal Prusst Valdemone). Aperto a tutte le realtà ed esperienze, il nuovo Centro Culturale Polivalente dovrà essere dotato di adeguati dispositivi per le rappresentazioni teatrali e cinematografiche e per il turismo congressuale.”.
Ora, in questi quasi due anni di governo della città, il nostro signor Sindaco non ha più parlato di ristrutturazione dell'ex cinema moderno. E deponendo le certezze con grande baldanza a suo tempo sostenute, ha riposto il progetto nel grande magazzino del dimenticatoio, insieme a tante altre roboanti e sconclusionate idee: date in pasto ai votanti durante la campagna elettorale.
Allora le cose sono due: o la rassicurazione data era fallace; oppure era solo una di quelle cose che, si dicono e si scrivono per carpire il voto agli elettori; nella speranza che in seguito nessuno se ne ricordi più.
Viene da pensare ai tanti giovani, che avendo confidato nelle parole dette e scritte, speravano di vedere realizzato, presto, un bel cine-teatro come quello esistente nella vicina Bronte: e invece nulla.
Del resto nulla più si sa del finanziamento; nulla si sa che fine abbia fatto progetto, proprio nulla di nulla. In altri termini campa cavallo che l'erba cresce.
Addirittura si sussurra che, il detto immobile, potrebbe essere, quanto prima, inserito nell'elenco dei beni alienabili.
Riteniamo che se qualche amministratore avesse in testa una mezza idea di tal genere, farebbe bene a togliersela subito, perché la popolazione, soprattutto quella giovanile, di certo non gradirebbe.
Ma poi, non si riesce a comprendere l'ottusa determinazione nel volere usare il finanziamento del progetto denominato «Crescere nella Legalità», del quale abbiamo già ampiamente parlato, per la ristrutturazione di un edificio non di proprietà comunale (ex G.I.L.), mettendo per tale ragione a serio rischio l'erogabilità del finanziamento. Mentre non vi sarebbe stato impedimento, se avesse fatto oggetto, nel suddetto progetto, la ristrutturazione e trasformazione dell'ex cinema moderno in centro culturale polivalente, così come promesso in campagna elettorale.
Comunque, il timore di una vendita o svendita non è affatto campato in area, considerato, che i nostri amministratori da diversi anni, per rimpinguare le casse del comune, hanno assunto la malsana abitudine di alienare quanto più possibile del patrimonio comunale.
Dicevamo, malsana abitudine perché assomiglia tanto a quello che avveniva un tempo in certe famiglie, di ormai decaduta nobiltà e facoltà economica. Le quali pur di mantenere il tenore di vita dei tempi floridi, alienavano il patrimonio di famiglia, fino a ridursi sul lastrico.
Certo la trovata è semplice; e non occorre grande intelligenza: se i soldi non ci sono, si fanno vendendo tutto ciò che è appetibile. Bell'esempio di finanza creativa!
Tra l'altro, queste vendite assomigliano ai saldi di fine stagione, quando a prezzi di realizzo si cede tutta la merce rimasta in magazzino pur di incassare quattrini. E' di questi giorni la vendita (o se vogliamo la svendita) del centro direzionale della zona artigianale di Murazzorotto, un fabbricato in ottime condizioni di circa 136 metri quadrati a piano, composto di due elevazioni fuori terra e con annessa corte di circa metri quadrati 1.000; il tutto per la modica somma di euro 63.450,00.
Se i calcoli sono giusti il manufatto è stato venduto per la cifra di euro 233,00 al metro quadro: quando solo il terreno su cui è realizzato, nonché quello annesso, ne varrebbero all'incirca euro 90,00 al metro quadrato.
Vedremmo, se tra qualche giorno ci capiterà di imbatterci nel nostro signor Sindaco, che, megafono in mano, come i venditori di un tempo, in giro per le vie della città, reclamizzi la vendita dei beni comunali al grido di :”Venghino signori, venghino, svendiamo tutto a prezzi di realizzo”.
A nostro avviso, un bravo amministratore è quello che sa trovare i finanziamenti presso gli enti che ordinariamente li erogano (Regione, Stato, Comunità europea e cosi via dicendo) e non quello che utilizza sistemi, che anche il più sprovveduto uomo politico non avrebbe difficoltà ad individuare e praticare.
Certo che roba da vendere ancora ce n'è in abbondanza, ma vogliamo sperare che con questa smania di vendere, vendere, vendere, alla fine, quando non resterà più nulla, non s'impegnino anche il deretano di tutti noi cittadini.

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