sabato 23 gennaio 2010

LE PREBENDE DI ERNESTO ALFONSO


Attualmente, il nostro caro Ernesto Alfonso ricopre i seguenti incarichi:
- Sindaco del Comune di Randazzo.
- Presidente della società Sviluppo Taormina Etna, che gestisce i Patti Territoriali dell’area Ionico Etnea e della Valle dell’Alcantara e che ha creato il Distretto Turistico Taormina Etna.
- Responsabile di piano del Gal Etna nell’ambito del programma comunitario Leader + .
La presente elencazione non è esaustiva; perché sicuramente il nostro signor Sindaco assomma nella sua persona altre cariche minori, che abbiamo ritenuto non menzionare, in quanto di poco conto.
Quelle più importanti sono sopra elencate e a tutte corrisponde sicuramente un'indennità di carica. Ognuna di queste indennità ammonta ad una cifra di gran lunga superiore a quella che viene corrisposta ad un operaio che, passa otto ore al giorno dinnanzi ad un altoforno nell'industria siderurgica.
Lungi da noi volere fare i conti  in tasca a chicchessia, ma quando gli introiti provengono da incarichi ottenuti attraverso l'attività politica, un tantino ci vien la mosca al naso.
E siccome siamo certi che il nostro signor Sindaco non è il solo a trovarsi in questa condizione: dalla sua situazione possiamo trarre l'esatta percezione dei costi spaventosi che la politica comporta.
La questione centrale è che in molti casi il raggiungimento di una posizione politica retribuita, non scaturisce da un genuino interesse per la cosa pubblica, ma è generato da una sorta di inquinamento dell'impegno politico: costituito dall'indennità. In questi casi non si riesce a capire se si è mossi dalla voglia di mettere in pratica le proprie idee, in altri termini il proprio credo politico, o dalla voglia di riempirsi il portafogli.
Da quando è stata introdotta l'indennità non si ricorda un solo caso di amministratore che vi abbia rinunciato; per la verità vi rinunciò il Presidente del Consiglio in carica durante la sindacatura di Angela Vecchio. Persona onesta e per bene, che ritenendo di ricavare a sufficienza di che vivere dal suo lavoro: con atto di grande generosità e alto senso civico, rinunciò all'indennità. Mentre oggi abbiamo uomini politici che, per le molteplici cariche che ricoprono, ne percepiscono più di una: ritenendo la cosa normale.
Il nostro signor Sindaco rientra in quest'ultima casistica, egli percepisce diverse indennità e non gli è mai venuto lo scrupolo di ritenere che, a quella percepita dal comune economicamente disagiato da lui amministrato, avrebbe potuto rinunciarvi: lasciandola nella disponibilità dell'Ente.
Chissà, se anche per un solo istante, hanno mai immaginato il signor Sindaco ed i suoi assessori, nonchè il Presidente del Consiglio, quante cose si sarebbero potute realizzare con le indennità di carica da tutti loro percepite?
Quanti cittadini in difficoltà avrebbero potuto aiutare, chissà di quanto avrebbero potuto alleggerire la pressione fiscale, e cosi via dicendo.
Ma si sa che non tutti hanno la sensibilità civile di comprendere che nei momenti di difficoltà economica, come quella che viviamo attualmente, la parsimonia nell'uso del denaro pubblico è la più grande virtù che un uomo politico possa praticare.
Purtroppo in questo momento tutto il ragionamento di cui sopra è inutile, perché se rapportato all'attuale classe dirigente diventa un mero esercizio retorico, ozioso e privo di effetto; principalmente considerando,  che i nostri amministratori osservano rigorosamente, e quindi lo praticano, il famoso detto nostrano “senza sordi non si canta missa”: e noi siamo sicuri che al richiamo del vil denaro, nessuno di loro sia capace di sottrarsi.



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