venerdì 4 dicembre 2009

ERNESTUS ALFONSUS MAGNIFICUS


A volte taciturno, sornione, tendente leggermente alla pinguedine, capelli folti e bianchi, occhi torvi, viso pallido verdastro che rispecchia l’animo magnifico che l’ha sempre contraddistinto. Soggetto da immortalare in una tela preziosa o in un monumento artistico (tipo Piracmone) a memoria perenne dei grandi uomini che ha partorito la nostra Randazzo.
Gli accollerei una tunica cardinalizia e fra le pieghe di essa scriverei, in volute romane Ernestus Alfonsus e più sotto “Magnificus”.
Non sappiamo se Ernestus Alfonsus Magnificus abbia qualche precedente cardinalizio nella sua illustre e nobile casata, se così fosse ancora di più si capirebbe la magnificenza della sulla presenza in consiglio comunale. Ernestus Alfonsus pur lasciando la più ampia libertà a tutti, li tiene in pugno ed impone la forza della sua guida. Lancia un sorrisetto e lo ritira subito e nell’ambito di esso è la sua critica.
Tiene i suoi disciplinati, attenti e sempre presenti, dispensa consigli, elargisce ammonimenti. Nei momenti critici Ernestus scompare. Si ritira nella sua stanza, dove lima mozioni, detta suggerimenti annota commenti, chiama i sui fedelissimi li istruisce e così finisce per imporre il suo illuminato volere.
Con la raffinata diplomazia che lo contraddistingue, pur cosciente della sua superiorità, umilmente depone la tunica vermiglia ed indossa il saio francescano della modestia e sommessamente, autentico sommo sacerdote del tempio forzista randazzese, recita, insieme ai suoi fedelissimi, un Te Deum di ringraziamento agli Dei Brontesi, suoi numi tutelari. Quindi, attorniato dai suoi adepti, intona in loro onore l’alleluia affinché non manchi mai la loro intercessione.

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