mercoledì 23 dicembre 2009

PANDARO, ovvero del ruffianesimo.




Per indicare la funzione del ruffiano ogni lingua civile ha parecchie parole, il che significa che essa ha parecchi aspetti e ha destato un largo interesse del popolo che da vita alle lingue. A parte i nomignoli, i termini del gergo, le voci dialettali, le allusioni letterarie in italiano le parole mezzano, procuratore, lenone. Quest'ultima è di origine umanista ed è rimasta in uso nei codici legislativi. Dante adopera una parola che ho usato nel titolo. Quella di procuratore viene raramente adoperata da sola, perché ha preso altri significati civilistici (avvocato, mandatario ecc. ecc.). In Inglese il ricordo umanistico di un personaggio omerico ha lasciato la parola pander (da Pandaro il procuratore di Criseide nell'Iliade ma visti attraverso gli scritti di Bocaccio e di Chaucer).
E' inevitabile che tali termini siano sempre collegati con il potere e la sua gestione, costituiscono in sostanza una sorta di deleterio conformismo, del quale anche nel nostro piccolo mondo abbiamo esempi lampanti.
Qualcuno si chiede e ce lo chiede con una certa insistenza, perché non vi fatte i casi vostri, invece di disturbate il Manovratore: ma che risultati volete ottenere:
Non certo quello che i padri e i nonni, e magari gli zii ed i fratelli maggiori prendano le giovani generazioni da parte e parlino loro di De Gasperi, Nenni, Saragat, Pertini, Ugo La Malfa, Giovanni e Giorgio Ammendola, Berlinguer, Aldo Moro, Benigno Zaccagnini (l'onesto Zacc), della tradizionale onesta del buon governo, della città di Randazzo sobria e pura degli anni cinquanta e sessanta, di magiare pane e onore. Dio ne liberi! Il discorso che in nove casi su dieci (e più) viene fatto, deve essere all'incirca così: “Mettiti con quelli del PDL o al massimo con quelli dell' MPA, figlio mio, li può sempre uscirci qualcosa. Vota per loro, vota per loro, e faglielo sapere; se hai modo, fortuna è fatta”.
E il problema è quello di trovare l'amico buono, quello che ha le entrature giuste e figura fra i più meritevoli e fedeli del potente di turno.
Purtroppo il postulatore non sa che noi siamo fatti così, questo è l' atteggiamento che Tonino ci ha trasmesso e pertanto non ne possiamo fare a meno. Siamo insistenti, crediamo che possa sempre nascere qualcosa di meglio e non demordiamo mai.
Del resto dopo tutti i voti dati al PDL nella nostra città e visti i scarsi risultati, si potrebbe dire: “Voti per loro? Bravo! Non lo capisci che con quelli non c'è da battere un chiodo?” Purtroppo saggezza del poi.

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